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TICINO / SVIZZERA"Berna ascolta il Ticino molto più di quanto si creda"

12.03.12 - 21:15
Foto Keystone Peter Klaunzer
"Berna ascolta il Ticino molto più di quanto si creda"

BERNA – Chi l’avrebbe mai detto? È senza dubbio una decisione che sorprende, quella odierna del Consiglio nazionale riguardante una possibile riduzione dei ristorni sulle imposte dei frontalieri, dall’attuale 38,8% al 12,5%, tasso già applicato in Austria. La trattanda è stata approvata tacitamente, visto che la Commissione dell’economia e dei tributi, incaricata di affrontare il tema, ha prodotto unicamente un rapporto di maggioranza, favorevole a una rinegoziazione degli accordi con l’Italia. E in quella commissione siede un solo ticinese, Fulvio Pelli, l’unico che ha potuto far sentire la voce del Ticino ai confederati. Sentiamo quindi il suo commento.
 
“Il Consiglio degli Stati ha fatto un compromesso” spiega Fulvio Pelli. “Invece noi al Nazionale abbiamo insistito perché l'iniziativa ticinese fosse approvata, perché l'iniziativa ha un obiettivo chiaro, la riduzione dei ristorni dei frontalieri. In commissione è passata con una maggioranza abbastanza chiara e le minoranze hanno rinunciato a sostenere le loro tesi nel plenum, per cui è passata senza votazione. Ma sarebbe passata anche con la votazione. C'è una certa sensibilità sulle difficoltà nel discutere con l'Italia."
 
Non sono emerse critiche sul blocco dei ristorni deciso dal Consiglio di Stato?
 
"Il tema qui non era se era giusto o sbagliato bloccare i ristorni, ma quale obiettivo dobbiamo avere nelle trattative future con l'Italia. E sulla riduzione del contributo all'Italia dopo l'entrata in vigore della libera circolazione i consensi sono più diffusi di quanto si crede. Abbiamo due obiettivi paralleli su cui c'è condivisione, una migliore applicazione degli accordi di doppia imposizione e una riduzione dei ristorni sulle imposte dei frontalieri."
 
Ma si può immaginare che ora i ristorni congelati vengano sbloccati?
 
"No, è troppo presto. Questo è solo un mandato al Consiglio federale di trattare. Bisogna ancora vedere se l'Italia entrerà in discussione oppure no. Se non vorrà farlo sarà il Governo a decidere cosa fare.  Diciamo che siamo solo a una fase preliminare della risoluzione della vertenza."
 

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