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TICINO / SVIZZERAI primi 100 giorni di Regazzi: "Sono geloso del loro schwizerdütsch"

06.03.12 - 11:16
Intervista al "difensore degli autotrasportatori". Fiero del suo abbonamento generale FFS
TI-Press
I primi 100 giorni di Regazzi: "Sono geloso del loro schwizerdütsch"
Intervista al "difensore degli autotrasportatori". Fiero del suo abbonamento generale FFS

BERNA – Anche Fabio Regazzi, tra volpi, aquile e polli, ha superato il traguardo dei primi 3 mesi di presenza in Consiglio nazionale. Data la sua lunga esperienza politica, e la giovane età del suo collega di partito, Regazzi è entrato a Palazzo con le vesti di politico affermato. Ma a Berna anche lui si è ritrovato nel ruolo di apprendista.  Un ruolo che ci racconta stilando il bilancio dei suoi primi 3 mesi in Consiglio nazionale.

Fabio Regazzi, che impressioni ha ricavato dai suoi primi 3 mesi a Berna?
"Sicuramente è un'esperienza molto interessante e altrettanto impegnativa. La lingua rende tutto un po' più difficile, ma è soprattutto il livello della politica fatta a Berna ad essere un gradino sopra a quella alla quale ero abituato a Bellinzona. Il funzionamento è più complesso rispetto a quello del Parlamento cantonale. Però complessivamente il bilancio dei primi tre mesi è positivo. Siamo stati accolti bene, ci hanno fatto sentire subito a nostro agio, ci danno la possibilità di farci sentire: non c'è questo ostruzionismo che magari si poteva un po' temere, anche in qualità di ticinese.”

Settimana scorsa ha acceso gli animi il dibattito sull’uso dello schwizerdütsch. Secondo lei è un problema?
“Io non l'ho mai vissuto come un problema. Ho studiato a Zurigo per cui sono abituato, anche se devo dire che a volte può essere fastidiosa questa loro abitudine di usare il dialetto anche quando le circostanze imporrebbero l'uso del tedesco.
Però io sono un po' geloso della loro tradizione e avrei piacere che anche in Ticino si usasse molto più il dialetto di quanto si fa attualmente, per cui non condanno il loro uso dello schwizerdütsch, perché trovo che sia positivo per conservare la loro identità. A volte può disturbare, non lo nego, ma per me non è una questione così centrale.”

C'è un personaggio che l'ha impressionata particolarmente?
“Magari sono un po' di parte, però devo dire che lo charme e la capacità di gestire le situazioni di Doris Leuthard mi hanno impressionato. È sempre di buon umore e ha questa capacità di relazionarsi con tutti, sempre con un approccio molto positivo. Per il resto non conosco ancora abbastanza tutti i parlamentari per poter esprimere un giudizio. Ce ne sono alcuni dalla personalità sicuramente forte. Per esempio Blocher, che sarà anche un po' in ribasso, ma che quando va a parlare, come settimana scorsa per gli accordi con gli Stati Uniti, è un tribuno nel vero senso della parola. Può piacere o non piacere, ma quando interviene riesce a trasmettere il suo carisma. Ma ce ne sono anche altri. Tra i ticinesi Filippo Lombardi è una persona molto stimata a Berna, uno che sa muoversi.”

Chi tira il gruppo in seno alla deputazione ticinese?
“La deputazione ticinese ha come presidente Fulvio Pelli, che di sicuro non è l'ultimo arrivato. Prima c'era Marina Carobbio, anche lei politica esperta e carismatica. Gli uscenti sono tutte persone di esperienza, profilate. Noi nuovi siamo un po' gli apprendisti della situazione. Ma osservando i miei colleghi posso dire che non siamo poi così mal rappresentati, come a volte si dice.”

Che rapporti avete tra di voi?
“C'è rispetto, pur nella diversità delle opinioni, ma i rapporti sono oltremodo cordiali. Ci si confronta molto pacatamente e questo lo trovo positivo. È lo spirito giusto con cui fare politica, non dobbiamo neanche esasperare troppo il dibattito, perché non è questo lo scopo.”

Fate il viaggio insieme?
“Capita, anche se ognuno ha i suoi impegni, ognuno si gestisce la propria agenda. Giovedì scorso sono rientrato insieme a Marina Carobbio, per esempio. C'è anche chi va in macchina. Io vado in treno, in barba a quelli che dicono che sono uno della lobby degli autotrasportatori. Apprezzo molto il mezzo di trasporto pubblico.”

Utilizzerebbe il volo Lugano-Berna?
“Credo di no, perché alla fine col treno ci metti di più, ma è molto affidabile, si può lavorare al PC. Inoltre io, partendo da Gordola, dovrei lasciare per una settimana la macchina ad Agno. È meglio il treno e poi ho fatto la scelta di prendere l'abbonamento generale..."

Savoia lo sa?
“A Savoia bisognerebbe dirglielo, così magari capisce che la situazione non è proprio così come lui la vorrebbe dipingere. Il viaggio in treno passa in un attimo, si fanno un sacco di cose. A parte che non sono neanche uno che adora tanto volare, preferisco avere i piedi per terra anche quando viaggio.”

Però il raddoppio del San Gottardo resta tra le sue priorità?
“Sarei un ipocrita se dicessi il contrario. Ma non per fare l'interesse degli autotrasportatori, bensì gli interessi del Ticino. Savoia lo vede in un'altra ottica, ma io penso che chiedere il raddoppio sia fare gli interessi del Ticino nel suo insieme. Ormai, anche per le tempistiche, siamo costretti a doverci focalizzare molto sul tema Gottardo, anche se ovviamente non è l'unico. Nell’ambito dei trasporti bisogna ricordare che il 60% del finanziamento della ferrovia proviene dal traffico stradale: io sono per un giusto equilibrio tra i due vettori, che sono complementari e non antagonisti.”

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