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INTERVISTALavorare da casa? Agli impiegati statali interessa poco

23.02.12 - 07:00
Praticamente inesistenti le richieste per il telelavoro e i social network non hanno ancora saputo conquistare il cuore di Laura Sadis.
Tipress
Lavorare da casa? Agli impiegati statali interessa poco
Praticamente inesistenti le richieste per il telelavoro e i social network non hanno ancora saputo conquistare il cuore di Laura Sadis.

BELLINZONA - Cosa ne pensa del lavoro svolto da casa?
Di principio non sono contraria ma penso che il luogo di lavoro abbia una sua importanza, non solo per il lavoro stesso – se Mark Zuckerberg non avesse frequentato l’università di Harvard, conoscendo persone e potendo discutere determinate idee, probabilmente Facebook non avrebbe mai visto la luce – ma anche per il suo carattere socializzante. Sul luogo di lavoro si intrattengono infatti relazioni interpersonali che, oltre a contribuire positivamente al lavoro stesso, talvolta superano anche il mero rapporto professionale: sarebbe peccato creare una società collegata virtualmente ma atomizzata fisicamente. Per quanto riguarda più da vicino l’amministrazione cantonale, rilevo che buona parte dei funzionari dirigenti è attrezzato per lavorare anche da casa, mentre le richieste in questo senso da parte dei funzionari è praticamente inesistente.

Che rapporto ha lei con i social network?
Piuttosto tiepido e relativamente incuriosito. E` già spesso difficile rincorrere la vita reale, densa di riunioni, incontri e telefonate, che solo il pensiero di vivere una sorta di seconda vita virtuale mi sembra non solo impraticabile, ma anche poco desiderabile. Su facebook non ho un profilo vero e proprio, ma unicamente una pagina, che utilizzo perlopiù per riprendere quanto pubblicato su altri media, come articoli, interviste, conferenze stampa, per cercare di diffonderli a un pubblico diverso da quello tradizionale: in breve, un utilizzo…molto light.

In Italia sta nascendo Wikitalia, un portale con l'intenzione di migliorare i Governi ricorrendo all’intelligenza collettiva. Documenti, decisioni, discussioni e progetti potranno essere visionati da ogni singolo cittadino, il quale potrà partecipare attivamente alla vita politica quotidiana. Non pensa che un Wikiticino possa essere utile anche al nostro Governo?
Sinceramente credo che esista già, sebbene non sotto questo nome: da una parte l’amministrazione cantonale attua già da diversi anni un processo di pubblicazione di documenti volto alla trasparenza, naturalmente nel limite del lecito (si veda in questo senso anche la legge sulla trasparenza recentemente approvata dal Gran Consiglio), dall’altra l’oggettiva abbondanza mediatica che troviamo in Ticino – tre canali televisivi, oltre una decina canali radiofoni e altrettanti portali d’informazione su internet, due settimanali e tre quotidiani che peraltro pubblicano delle lettere dei lettori – costituisce a mio modo di vedere una preziosa e sufficiente possibilità di espressione.

Barack Obama è il politico più tecnologico di tutti i tempi. Ogni suo intervento è trasmesso in contemporanea via streaming, su Facebook e via Twitter, raggiungendo così milioni di utenti. Non pensa che questo modo di comunicare possa essere applicato anche alle sedute del Gran Consiglio o durante i comunicati stampa rilasciati dal Governo?Come detto, siamo nel campo dei lavori in corso, e non solo perché c’è una mozione di Seo Arigoni ancora pendente che chiede di trasmettere on-line le sedute del Gran Consiglio: il sistema esiste a livello federale, con tanto di traduzione nelle tre lingue, e non mi dispiace, ma occorre verificarne l’opportunità e la fattibilità tecnica alle nostre latitudini. Per quanto riguarda più in generale le potenzialità dei social network, il neo costituito SIC (Servizio informazione del Consiglio di Stato), che si sta pian piano organizzando, approfondirà sicuramente la questione, anche sulla base della valutazione di esperienze maturate in altri cantoni, come ad esempio – per quanto riguarda facebook – Zurigo.

Facebook è un portale non accessibile ai dipendenti dell’amministrazione cantonale, ma questo vuol dire che anche lo Stato non può beneficiare dei vantaggi offerti dal social di Zuckerberg:
Distinguerei fra due livelli. Il primo, quello dell’utilizzo privato da parte dei funzionari, è proibito non tanto per evitare che attività personali sottraggano tempo al lavoro, ma soprattutto in quanto pericolosa porta d’entrata per virus e hacker: è dunque la sicurezza la ragione principale alla base della proibizione. Per quanto riguarda invece l’interattività fra Stato e cittadini, concordo che vi sia ancora molto da fare dal profilo informatico, soprattutto per quanto riguarda l’interattività: proprio per questo fra gli obiettivi posti nel programma di legislatura del Consiglio di Stato vi figura quello di migliorare l’offerta di servizi online a favore del cittadino. 

Se lei potesse essere ricordata per un determinato tweet (messaggio di Twitter di al massimo 140 caratteri), quale vorrebbe fosse?
Rispondere inventandosi qualcosa di 140 caratteri? O è spontaneo, immediato e vero oppure non ha senso.

 

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