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LUGANOBignasca e COMSA, la guerra continua sul filo legale

03.02.12 - 12:05
Foto Ti-Press
Bignasca e COMSA, la guerra continua sul filo legale

LUGANO - Nuovi scontri e polemiche sul versante LAC di Lugano tra i Bignasca e la COMSA. Tutto ha inizio questa mattina quando in un articolo a firma di Boris Bignasca sul “Dieci Minuti”, ci si chiede se l'Ing. Francesco Ricci, project manager della COMSA e appaltatrice del progetto LAC, sia coinvolto in un'indagine sulla 'ndrangheta. Il figlio del Nano menziona “una lunga ordinanza emessa dal Tribunale penale di Milano nei confronti di cinque cittadini italiani indagati per associazione mafiosa (‘ndrangheta)”, nella quale “ spunta più volte l’ing. Francesco Ricci, project manager della COMSA appaltatrice del progetto LAC (polo culturale Lugano). L’ing. Ricci è dunque implicato in una complessa indagine che ha portato il GIP di Milano a disporre la cu¬stodia in carcere di cinque cittadini italiani, tutti indagati per associazione mafiosa.”Bignasca consiglia al Procuratore Generale John Noseda, che sta indagando riguardo al LAC, “di estendere la sua inchiesta e colloquiare con il suo collega” di Milano.

Poco dopo la pubblicazione dell’articolo giunge la risposta di Ricci, tramite il suo avvocato, Rocco Olgiati: “ Il sottoscritto, patrocinatore di Comsa SA e dell’ing. Francesco Ricci, in relazione all’articolo di prima pagina di oggi, 3 febbraio 2011 di “10 Minuti”, organo di stampa della famiglia Bignasca, rileva che l’ing. Francesco Ricci è estraneo ad ogni e qualsiasi procedimento penale sia in Svizzera sia in Italia e che il suo nome  è stato fatto da terzi a sua totale insaputa.Poiché l’articolo a firma Boris Bignasca afferma, contrariamente al vero, che l’ing. F. Ricci  è implicato in un’indagine per associazione mafiosa, verrà sporta querela penale nei confronti  di questo esponente della famiglia Bignasca per i reati di calunnia e diffamazione”.

La vicenda LAC non finisce, dunque. I rapporti non del tutto tranquilli tra Bilsa e Comsa derivavano dalle lettere di richiamo che quest’ultima aveva inviato alla ditta di Bignasca. Tre lettere in cui si parla di esecuzione dei lavoro non corrispondenti alla progettazione iniziale, consegna del materiale senza la certificazione di qualità e il non rispetto dell’impostazione tecnica e dei tempi previsti. Giudizi che successivamente hanno portato all’allontanamento della Bilsa dal cantiere del LAC, come decisione finale della COMSA.
 

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