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TICINOAgosto triste per il turismo: "Abbiamo subito una perdita a due cifre"

06.10.11 - 12:07
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Agosto triste per il turismo: "Abbiamo subito una perdita a due cifre"

LUGANO - Gli albergatori ticinesi ad agosto non hanno certo sorriso.  I dati, per altro prevedibili, sulle presenze alberghiere parlano chiaro: la flessione, in negativo, è stata del 12,9%.

Un brutto colpo come ammette Charles Barras, vice-direttore di Ticino Turismo: “Il Ticino, primo cantone a sud delle Alpi, per tanto tempo è stato il principale “sud” per la nostra clientela. Oggi di “sud” ce ne sono in tutto il mondo e in tutte le stagioni. È quindi vero che fattori come il franco forte, ma anche la situazione climatica, possono incidere sulle scelte della meta vacanziera. Per il Ticino che è molto svizzero e molto legato al mercato europeo il colpo è stato doppio”.

Se infatti fino a fine giugno l’andamento sembrava normale nel settore alberghiero,  la pioggia, il franco forte e la fine dei grandi eventi come il Film Festival di Locarno hanno determinato il calo. “Diminuzione delle presenze che abbraccia indifferentemente tutto il Cantone, dall’alto Ticino alla regione del lago di Lugano, Maggiore e al Mendrisiotto – spiega il vice direttore -. Diminuzione che ha riguardato tutte le categorie d’alberghi, da 5 a 1 stella”.

Tra le ragioni di questa riduzione delle presenze balza in testa l’apprezzamento del franco: “Franco ed Euro alla pari sono la causa principale di questo  traumatico periodo per il turismo ticinese che ha subito una perdita a due cifre - spiega Barras -. Sia la clientela svizzera che quella della zona Euro hanno fatto sentire la loro assenza. Soprattutto gli svizzeri, dei quali il turismo ticinese non può fare a meno, con la forza del franco, si sono spinti all’estero, in particolare nei paesi europei”.

Ma se calano gli arrivi dai paesi dell'UE, aumentano i cinesi e gli orientali in genere. “Il mercato orientale è nuovo e in forte progressione, con incrementi superiori anche al 100% - prosegue Barras -. Ma al momento non ha quel peso che riesce a compensare la perdita di turisti svizzeri. Non dimentichiamo che il 50% dei nostri clienti sono svizzeri e il 40% sono provenienti dall’UE. Se è vero che il mercato turistico sta cambiando, e quello orientale sarà la clientela del futuro, è vero pure che questa trasformazione avverrà lentamente”.

Tra le varie categorie resistono però gli alberghi senza stelle, gli unici a mantenere segno positivo: “I senza stella sono anche quelli che non fanno parte delle associazioni di categoria e quindi sono poco controllabili – conclude il nostro interlocutore -. Si tratta di piccoli alberghi con offerta ‘originale e limitata’ che giocano su una clientela relativamente affezionata con la quale nel tempo hanno instaurato un rapporto di familiarità. Ma sono solo 15mila pernottamenti su 300mila. Poca cosa insomma”.

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