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TICINOBoccalino simbolo del Ticino ma made in Italy

24.08.11 - 09:32
Sulle tracce dell'ultimo tornitore ticinese
Foto Ti-Press/Carlo Reguzzi
Boccalino simbolo del Ticino ma made in Italy
Sulle tracce dell'ultimo tornitore ticinese

LUGANO - E’ triste dirlo ma la realtà è questa: il boccalino simbolo tanto caro al  nostro Cantone viene prodotto in Italia da almeno tre anni. A confermarlo è proprio il grossista di ceramiche che si occupa della sua importazione, Van Roomen Mirko della ditta La Fiorita di Ascona: “Al momento i boccalini vengono fatti tutti in Italia dalla A alla Z. La produzione in Ticino non c’è più”.

Non c’è più presumibilmente da quando la ditta Ceramiche di Noranco, gestita dai coniugi Sandra e Claudio Crippa, ha chiuso i battenti. L’azienda era finita sotto i riflettori nel 2008 proprio perché intenzionata a cessare l’attività. Allora a nulla era valso l’appello “salviamo l’ultimo boccalino” lanciato da Rete3 per evitarne la chiusura.

Quando il manufatto costa troppo - Come ci ha raccontato la signora Sandra Crippa, “la situazione è quella che è, l’industria dell’artigianato subisce i colpi di un mercato dove il manufatto sia esso prodotto con lo stampo o interamente fatto a mano, cosa più unica che rara oggi giorno in Ticino, costa troppo e chi lavora nel settore spesso non si guadagna l’acqua che beve”.

Non tutto è perduto però: se è vero che una ex-dipendente  delle Ceramiche di Noranco ne ha in parte rilevato l’attività, nello specifico la produzione mediante  stampo, e solo su richiesta oggi realizza boccalini con dediche e disegni secondo i gusti di chi li richiede; è altrettanto vero che nel Gambarogno c’è ancora chi li produce lavorando al tornio, come antica tradizione vuole.

L'ultimo tornitore - Si chiama Federico Masa, vive a Caviano e può essere considerato l’ultimo tornitore in questo settore.  Dall’alto dei suoi 79 anni ancora oggi crea completamente a mano i suoi boccalini. Anche lui, come la signora Sandra Crippa, riserva al mercato e alla globalizzazione parole aspre tanto che, pur amando intensamente la sua professione, sconsiglia vivamente di lanciarsi in quest’attività.

“E’ un lavoro bellissimo, creativo, da un pezzo di terra puoi fare qualsiasi cosa” racconta, “però oggi è impossibile vivere di questo,  40 anni fa era un’altra cosa. Oggi  c’è troppa concorrenza.”

Sul viale del tramonto - A rendere ulteriormente precaria  questa professione è la salute del signor Masa, “l’età avanza” ci dice l’anziano tornitore “ non sono più in forma e non so se continuare con quest’attività”.  Purtroppo che sia oggi o domani, fra un mese o fra un anno, quando il suo tornio smetterà di girare, allora sì che il sipario si chiuderà definitivamente sull’ultimo boccalino del Ticino.
 

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