Cerca e trova immobili

TICINOSuper franco: chi ci guadagna?

11.08.11 - 16:25
I pareri di Alfonso Tuor e Christian Marazzi
None
Super franco: chi ci guadagna?
I pareri di Alfonso Tuor e Christian Marazzi

LUGANO - I vantaggi del franco forte non arrivano fino ai consumatori elvetici e a tal riguardo si assiste a un rimpallo di responsabilità tra produttori, importatori e dettaglianti. Per cercare di vederci più chiaro in questa intricata situazione economica, ecco i pareri di due autorevoli economisti ticinesi, Alfonso Tuor e Christian Marazzi.

Chi sta approfittando della forza del franco?

Tuor: "Sicuramente gli importatori, perché non credo che i produttori europei abbiano aumentato i prezzi in euro. Le merci straniere vengono ancora importate a prezzi stabiliti in euro sui contratti e quindi, grazie alla variazione del tasso di cambio, gli importatori hanno un guadagno supplementare."

Marazzi: "Mi sembra chiaro che, fino a quando i prezzi dei beni importati non verranno adeguati al nuovo tasso di cambio, a guadagnarci sono solo gli importatori. Chi ci rimette è il cittadino-consumatore che, da una parte si vede messo a repentaglio il proprio posto di lavoro a causa del franco troppo forte, però dall'altra non beneficia di una riduzione dei prezzi dei beni importati in Svizzera. C'è un'asimmetria, una disparità di situazioni, di cui credo che lo stesso Consiglio Federale sia consapevole. Ma per il momento mancano iniziative per rinforzare la commissione di vigilanza sui prezzi, in modo tale che possa effettivamente intervenire con efficacia per far rispettare questo principio. Noi siamo sicuramente penalizzati per quanto riguarda le esportazioni, ma siamo anche molto avantaggiati per le importazioni. Ma se non si interviene su uno dei due corni del dilemma, è chiaro che a farne le spese è il cittadino."

Il consumatore paga il ritardo nell'adeguamento del tasso di cambio da parte degli importatori o ci sono anche altri motivi?

Tuor: "Un motivo importante è che negli accordi bilaterali che abbiamo siglato non abbiamo inserito la libera circolazione delle merci. Questo a causa delle pressioni di due grandi lobby svizzere: la lobby degli importatori in genere (di auto e altro) e la lobby farmaceutica. Il fatto di non avere la libera circolazione delle merci impedisce le importazioni parallele: detto in termini chiari che io vado in Italia, compro 10 Volkswagen e le rivendo qui. Questo è impedito legalmente, lasciando agli importatori il monopolio sui prezzi. E' questo il punto chiave, prima di tutto perché gli importatori sono una lobby potentissima politicamente e inoltre, visto che non facciamo parte del mercato europeo delle merci, ci sono dei problemi giuridici per superare questa posizione di rendita degli importatori."

Marazzi: "Il motivo è che finché non si impone agli importatori di cambiare politica loro continueranno a fare i propri interessi. Esiste una commissione federale di vigilanza sui prezzi, però è sottodotata dal punto di vista del personale a disposizione. E' un po' come per gli abusi sui salari: se ci sono solo tre persone in tutto il Cantone per fare rispettare l'applicazione della legge, è chiaro che ci saranno abusi da tutte le parti. Lo Stato potrebbe agire facendo applicare questa regola secondo cui i prezzi dei beni importati vengono applicati in base al nuovo tasso di cambio. Bisogna andare dagli importatori e far applicare un tasso di cambio corretto."
 

E' stata lanciata la proposta di ancorare il cambio del franco all'euro. Secondo lei è una soluzione possibile? Porterebbe più vantaggi o svantaggi?

Tuor: "La BNS ha già cercato di farlo mesi fa, comprando un centinaio di miliardi di euro. Questa politica ha prodotto le perdite miliardarie degli ultimi bilanci e, inoltre, non è riuscita a fermare la caduta dell'euro. Allora stava cercando di difendere il livello di 1.40, mentre ora siamo quasi alla parità. Il risultato, nonostante le risorse messe in campo, è stato fallimentare."

Marazzi: "Sicuramente porterebbe vantaggi alle industrie di esportazione, che per la Svizzera sono importanti. Però vedo con difficoltà la possibilità di arrivare a un rapporto di questo genere con l'euro, a far oscillare il cambio del franco con quello dell'euro. Sarebbe un tale cambiamento di orientamento per la Svizzera che, anche se magari auspicabile, vedo di difficile attuazione.
Quello che è sicuro è che tutte le misure prese dalla BNS per frenare la caduta dell'euro si sono rivelate inutili. Si continua a spendere soldi in modo allucinante senza trarre le dovute lezioni dai casi precedenti."
 

Molti economisti prevedevano la parità euro-franco per la fine dell'anno, invece c'è stata una brusca accelerazione della caduta dell'euro. Cosa aspettarsi per il prossimo futuro?

Tuor: "L'euro è in agonia, io non conosco i tempi ma sono sempre più convinto che la Germania, l'Olanda, l'Austria e la Finlandia usciranno dall'euro. Dopo Grecia, Portogallo e Irlanda, sono finite nell'occhio del ciclone Italia e Spagna, e addirittura ora si parla anche della Francia. Se si continua di questo passo la Germania dovrebbe garantire i prestiti di tutti i paesi europei: una cosa impossibile, perché a quel punto anche la Germania diventerebbe una Grecia. La nostra Banca Nazionale, secondo me, può fare ben poco. Bisogna capire che questa crisi dell'euro, e anche del dollaro, non è un fenomeno temporaneo, ma un fenomeno che rischia di durare a lungo nel tempo. E' l'espressione di un'economia che sta andando in depressione, non in recessione. Quindi noi dobbiamo combattere questo fenomeno preparando le nostre difese alla depressione del resto del mondo."

Marazzi: "C'è stata un'accelerazione su scala planetaria, che ha visto anche il deprezzamento del dollaro e tutte le conseguenze del declassamento degli Stati Uniti. Inizialmente sembrava che in Europa il problema fosse solo la Grecia, mentre poi sono saltati fuori altri Paesi. C'è un accumulo di accelerazioni che fa sì che i tempi si siano molto raccorciati.
Io da tempo sostengo che l'euro vedrà l'uscita di paesi forti, la Germania in particolare. Mi sembra che i tempi si stiano raccorciando e che ci sia un'accelerazione anche da questo punto di vista. Vedo molto difficile la tenuta dell'euro come moneta unica.
Se la Germania dovesse uscirne penso che l'euro continuerebbe a sussistere come moneta di un gruppo di Paesi che hanno problemi economici simili. Sarebbe uno scenario tutto da sperimentare, una sorta di de-europeizzazione dell'Europa. Un'ipotesi che non è da escludere."

Andrea Stern

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE