Cerca e trova immobili

LOCARNOIsabelle Huppert: "Locarno è l'amore per il cinema"

07.08.11 - 21:00
L’attrice francese ha ricevuto questa sera l'Execcelence Award Moet & Chandon davanti alla platea di Piazza Grande. E a proposito della Svizzera ricorda la definizione di Godard: "È uno studio hollywoodiano con tante mucche"
Foto Pardo
Isabelle Huppert: "Locarno è l'amore per il cinema"
L’attrice francese ha ricevuto questa sera l'Execcelence Award Moet & Chandon davanti alla platea di Piazza Grande. E a proposito della Svizzera ricorda la definizione di Godard: "È uno studio hollywoodiano con tante mucche"

LOCARNO - Isabelle Huppert ha ritirato in serata l'Execcelence Award Moet & Chandon davanti alla platea di piazza Grande. Oggi pomeriggio durante l'incontro con il pubblico allo spazio cinema Forum ha dichiarato: "Ho avuto molti premi. In Francia mi hanno dato anche un premio d'onore, ma non ho mai ricevuto un Execcelence Award. Sono quindi molto felice di ricevere questo riconoscimento".

Non è la prima volta a Locarno per l'attrice francese, che fu presente già una volta nel 1994, e del Festival dice: "Locarno per me è la città della festa del cinema e dei cinefili. Qui c'è gente che ama davvero il cinema. Ci torno sempre volentieri. Locarno è l'amore per il cinema”. Ad applaudire l’attrice alla conferenza stampa c’era pure il regista svizzero Claude Goretta, che quest'anno viene insignito del Pardo alla carriera. Del suo legame con la svizzera la Huppert ha detto: “Ho un legame molto forte con la Svizzera. Vengo spesso a recitare a teatro a Losanna e Ginevra. Qui c'è una realtà cinematografica molto viva, non era Godard che diceva tra l'altro che la Svizzera è uno studio hollywoodiano con tante mucche?” Uno dei film più belli della collaborazione Goretta-Huppert è "La Dentellière" (La merlettaia) e verrà proiettato al Kursal il prossimo sabato alle 11.00.

Della sua carriera ammette, con una buona dose di modestia, di non essere stata una grande cinefila, e racconta: "Quando ho iniziato questo mestiere sapevo poche cose, avevo visto davvero pochi film. In me è nata prima l'attrice, e poi la spettatrice. I primi passi sono stati nel cinema, poi è arrivato il teatro. Ma quando ho fatto teatro l'ho fatto come attrice di cinema. Il cinema è il luogo del confronto con se stessi, il teatro invece è il luogo del confronto con un testo letterario". È infatti il cinema il grande amore di Isabelle, che continua dicendo: "Per me il cinema è qualcosa che mi accompagna come la scrittura autobiogafica accompagna uno scrittore. Il cinema è diventato un luogo di un nascondiglio immaginario dove posso nascondermi e dove posso ritrovarmi".

A chi le chiede del perché la follia sia sempre molto presente nei sui film risponde: "È vero nei miei film è un tema che ricorre spesso. Ma non si tratta proprio di follia, piuttosto di sentimenti che appartengono a tutti. Sono comportamenti e sofferenze della difficoltà di vivere e di sopravvivere".

E poi ancora sul suo lavoro di attrice, mai considerato come una vera e propria professione. "Essere attrice è qualcosa che sento dentro. Quando leggo un copione è come se avessi un'apparizione. Il vero lavoro non è tanto il ruolo del personaggio, quanto piuttosto nella scelta del ruolo, una volta scelto tutto diventa molto facile". Sul suo lavoro fuori dai confini francesi dichiara: "Sono molto aperta al cinema straniero. Sono stata da poco in Corea del Sud dove ho realizzato un film senza sceneggiatura e quest´assenza mi affascinava parecchio. Andare su un set all'estero è come fare un viaggio doppio, sia geografico che temporale. Preferisco che sia io ad andare verso i cineasti, piuttosto che loro vengano a me".

Sono quattro i film dedicati all'attrice che verranno proiettati durante il Festival: "La Pianiste" di Michael Heneke, "Villa Amalia" di Benoit Jacot , "White Material" di Clarie Denis, e "Merci pour le chocolat" di Claude Chabrol, regista verso il quale la Huppert ha avuto grandi affetto. "Con lui sono sempre andata d'accordo. Eravamo un po' come una vecchia coppia. C'era un'intesa perfetta. Mi piaceva la sua intelligenza" e conclude: "Chabrol aveva un cultura infinita, parlava di arte, di musica, di letteratura, senza mai ostentare il suo sapere. E io ero molto felice di stargli accanto durante la lavorazione dei film".

RED

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE