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TICINORistorni dei frontalieri, "l'Italia rispetta le disposizioni dell'accordo del 1974?"

10.05.11 - 14:46
Ristorni dei frontalieri, "l'Italia rispetta le disposizioni dell'accordo del 1974?"

LUGANO - Il deputato della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri ha inoltrato un'interrogazione al Consiglio di Stato sul tema dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri, ritornato di attualità anche per la presa di posizione dell'Associazione dei comuni italiani, e per l'importanza che questi fondi hanno per le piccole realtà locali di confine.

"Dalle dichiarazioni dei citati sindaci" afferma Quadri "emerge chiaramente che i ristorni non vengono utilizzati per lo scopo cui sono destinati, ovvero la realizzazione di opere infrastrutturali (che peraltro oggi, a oltre tre decenni dall’entrata in vigore degli accordi, avrebbero dovuto essere ampiamente realizzate) bensì per ben altri: ad esempio il finanziamento dello Stato sociale". L’utilizzazione dei ristorni per scopi diversi da quelli accordati è, ribadisce il granconsigliere, "un ulteriore, importante elemento a sostegno del blocco del loro versamento".

Tale blocco, continua Quadri, per il Cantone è materialmente fattibile. Lo sancisce l’art. 4 dell’accordo tra Svizzera ed Italia del 1974, che recita: «La compensazione finanziaria sarà versata dagli organi finanziari dei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese, attraverso i normali canali, in un conto aperto presso la Tesoreria centrale italiana, intestato al Ministero del Tesoro e denominato: compensazioni finanziarie per l’imposizione operate (sic) in Svizzera sulle rimunerazioni dei frontalieri italiani».

All’art. 3 sono indicate anche le modalità del versamento, ossia: «in un versamento unico nel corso del primo semestre dell’anno successivo a quello cui la compensazione finanziaria si riferisce». Mentre all’articolo 5 l’accordo recita: «almeno una volta all’anno si terrà una riunione alla quale parteciperanno, da parte italiana, i rappresentanti dei competenti Ministeri delle Regioni, nonché esponenti designati dei Comuni (…) da parte svizzera, i rappresentanti dei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese, come pure della Confederazione, per l’esame dei problemi inerenti l’applicazione del presente accordo. In questa occasione i rappresentanti italiani informeranno quelli svizzeri circa l’utilizzazione delle somme come sopra messe a disposizione dei suddetti Comuni».

C’è da chiedersi, conclude Quadri, se questi incontri annuali avvengano effettivamente, ciò che non pare essere il caso. "Se avvenissero mal si comprenderebbe come mai il Ticino, parte direttamente in causa (contrariamente alle tesi del Consiglio di Stato che da anni scarica il barile sulla Confederazione), non abbia espresso in modo chiaro alla controparte la necessità di una sostanziale revisioni dei ristorni".

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