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TICINO/ITALIALega e frontalieri. Deputata comasca interroga Tremonti

15.04.11 - 19:20
"La riduzione dei ristorni metterebbe a serio rischio i servizi fondamentali che i Comuni garantiscono ai frontalieri"
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Lega e frontalieri. Deputata comasca interroga Tremonti
"La riduzione dei ristorni metterebbe a serio rischio i servizi fondamentali che i Comuni garantiscono ai frontalieri"

COMO - Dopo i tentativi di rassicurazione da parte dei partiti politici italiani in merito alle minacce della Lega ticinese sui frontalieri, rassicurazioni scaturite nelle ore successive al voto, alcuni atti parlamentari italiani mostrano negli ultimi giorni preoccupazione nei confronti delle proposte avanzate dalla Lega, complice probabilmente anche i giornali italiani da un lato e le apparizioni televisive dei Bignasca. L’ultimo atto in tal senso spetta alla deputata comasca Chiara Braga del Partito Democratico che ha presentato una interrogazione urgente al Ministro Tremonti sui lavoratori frontalieri italiani, dopo quella dell'UDC italiano di Casini.

Una interrogazione che analizza i dati finanziari del problema chiarendo anche il buon momento dell’economia ticinese.  
“La Lega dei Ticinesi  - spiega la Braga-  forte della vittoria elettorale ottenuta, ha dichiarato pubblicamente di voler promuovere nuove regole nei rapporti con la vicina Italia, tra queste regole figurerebbero l’introduzione di un tetto massimo al numero di lavoratori frontalieri, da confinare nei settori dove la forza lavoro residente ticinese non basta a coprire la domanda, con la minaccia di lasciare a casa 13mila occupati sui 48mila totali. Non solo. Si propongono  incentivi per le imprese locali che assumono lavoratori ticinesi, la riduzione immediata, dal 38% al 12,50%, della quota dei ristorni ovvero il riversamento delle imposte dei frontalieri allo Stato Italiano. Questi dettati sarebbero quindi volti a mettere in discussione anche l’accordo bilaterale tra Italia e Confederazione Elvetica del 1974.”
 
Secondo la deputata, il mancato trasferimento di queste somme metterebbe a serio rischio servizi fondamentali per le comunità quali quelli relativi a scuole, mense e assistenza sociale, dei quali beneficiano i lavoratori frontalieri residenti in Italia, e toglierebbe ogni forma di possibilità di investimento agli Enti Locali montani transfrontalieri. In termini di cifre, significa che la quota pro-capite per ogni lavoratore frontaliero, determinata dal ministero dell’Economia è attualmente pari a 817, 6844 euro, mentre il valore complessivo del ristorno annuo a favore dei territori confinanti italiani è di oltre 36milioni di euro.

Nell’interrogazione viene fatto osservare che la crescita dei posti di lavoro occupati da frontalieri nel Ticino è tornata nel 2010 ai livelli pre-crisi, con un + 5,5% su base annua. Inoltre a inizio 2011 la quota di frontalieri sul totale degli occupati in Ticino è salita al 26%. “Questi dati evidenziano chiaramente – dichiara la Braga - che, nonostante le supposte tesi dalla Lega Ticinese, la tendenza naturale del mercato del lavoro oltre confine mostra come i lavoratori italiani siano sempre più ricercati”

“Partiamo dalla stigmatizzazione del contenuto e dei toni delle dichiarazioni della Lega Ticinese - prosegue la Braga - ma soprattutto vorremmo sapere dal ministro Tremonti come il Governo italiano si sta muovendo nell'ambito delle relazioni diplomatiche con la Svizzera per far fronte alle richieste di revisione degli accordi bilaterali. Occorre tutelare i diritti dei 48mila lavoratori frontalieri. Mi auguro che anche le forze politiche che sono in maggioranza a Roma si sentano investite della stessa responsabilità, senza ambiguità  ed ammiccamenti di convenienza alla Lega ticinese, a cui abbiamo assistito in questi giorni ”.

 

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