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AGNO"Quanti giochetti strani dietro Balairatt"

06.10.10 - 09:57
L'ex presidente dell'UDC ticinese Paolo Clemente Wicht è scettico sulle scelte del suo successore, Pierre Rusconi: "Non mi voglio immischiare. Ma io quella campagna non l'avrei mai fatta".
Ti-Press Samuel Golay
"Quanti giochetti strani dietro Balairatt"
L'ex presidente dell'UDC ticinese Paolo Clemente Wicht è scettico sulle scelte del suo successore, Pierre Rusconi: "Non mi voglio immischiare. Ma io quella campagna non l'avrei mai fatta".

AGNO – Di lui non si sente quasi più parlare. Paolo Clemente Wicht, ex presidente dell’UDC ticinese, oggi la politica la vive da spettatore. Ma lo spirito critico gli è rimasto. E sulla discussa campagna Balairatt, coordinata dal suo successore Pierre Rusconi, non si risparmia. I cartelloni raffiguranti i tre ratti l’hanno colpito. In un certo senso turbato. “Non mi piace giudicare quello che fanno gli altri – puntualizza –. Gli ex presidenti dovrebbero stare zitti. Io però quella campagna non l’avrei mai fatta. Non la associo allo stile UDC…”

In che senso?
Ritengo che si possa parlare di argomenti importanti come la criminalità importata, la fiscalità o il problema frontalieri in altro modo. Cioè facendo proposte concrete per migliorare la situazione. Più dialettica e meno provocazione, insomma.

Ma l’UDC nazionale a livello di cartellonistica non è mai stata soft…
Sì. Ma ci ha sempre messo la firma. Qui invece il logo UDC non compare da nessuna parte. E Rusconi quando è stato interpellato ha negato. Più volte.

Avrebbe dovuto ammettere subito il suo coinvolgimento?
Forse sì. Perché  così, invece, si è alimentata la polemica. Questo volere creare a tutti i costi il mistero mi ha lasciato perplesso. Anche il ‘grazie’ con cui Rusconi si è rivolto ai media al termine della conferenza stampa chiarificatrice suonava come una nota stonata. Non li capisco tutti questi giochetti.

Rusconi l’ha messa sulla satira e ha detto che sono stati i media a fraintendere…

Resto scettico. Questo è un modo di comunicare più vicino alla Lega. Quando l’UDC propone delle iniziative, lo fa apertamente. Non lancia il sasso per poi nascondere il braccio. Ripeto: a mio modesto avviso non è una filosofia che corrisponde al profilo UDC.

E le reazioni dall’Italia come le giudica?
La reazione italiana è stata strumentale. In realtà non credo che l’offesa nei confronti degli italiani fosse poi così forte. E non penso neanche che una campagna come quella di Balairatt possa minare i rapporti tra la Svizzera e l’Italia. Certo, bisogna stare attenti. Perché da una piccola palla di neve può nascere una valanga. In questo senso c’è stata un po’ di incoscienza probabilmente.

Patrick Mancini

Foto Ti-Press Samuel Golay

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