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BELLINZONA - C'è voluto il Primo Agosto per rianimare il dibattito politico ticinese. Un Natale della Patria che, anziché unire, divide i due partiti di destra ticinesi, la Lega e l'UDC Ticino. Alla locuzione dell'"io non ci sto" di scalfariana memoria, Bignasca accusava l'UDC di aver lasciato sola la Lega nella lotta per difendere il segreto bancario e la piazza finanziaria svizzera.
Giuliano Bignasca ieri, dal Monte Bré ha detto che l'insuccesso nella raccolta di firme dell'iniziativa per ancorare nella Costituzione federale è dovuta a un mancato aiuto da parte dell'UDC nazionale che, a livello confederale, si è impegnata poco per raccogliere le firme necessarie. Dalla Valle di Blenio, invece, Toni Brunner, presidente dell'UDC nazionale ha risposto che la Lega ha fatto tutto da sola e ora, visto l'insuccesso, vuole scaricare le responsabilità all'UDC".
In una nota giunta questa mattina, la Lega ricorda (con tanto di foto allegata riguardante la conferenza stampa di presentazione del 19 maggio) che l'iniziativa "è stata lanciata di comune accordo e in maniera paritetica da Lega dei Ticinesi e UDC Ticino".
La Lega rimanda al mittente l'accusa di Brunner al Movimento di Bignasca, tacciandola per falsa: "I problemi di comunicazione interna tra l’SVP Schweiz (che parla poco italiano) e l’UDC Ticino (che parla poco tedesco) - si legge nella nota - non hanno permesso a Toni Brunner di comprendere che l’iniziativa è della Lega dei Ticinesi e della sezione ticinese dell’SVP Schweiz.
La Lega dei Ticinesi ribadisce quanto affermato ieri dal presidente Giuliano Bignasca, "sul ruolo poco chiaro dell’SVP Schweiz in difesa del segreto bancario, dimostrato con le manovre poco trasparenti sull’accordo UBS-USA e sugli accordi di doppia imposizione; manovre che hanno ribaltato nel giro di due mesi le chiare affermazioni contrarie ad entrambe i dossier, fatte dallo stratega Blocher e dalla frazione SVP alle Camere federali".
Foto d'apertura: Tipress / Francesca Agosta
