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PARDO 2009Misha Györik: ‘Nella mia piazza un film sul lato cupo delle valli ticinesi’

12.08.09 - 06:30
Nella giornata del cinema svizzero la Piazza Grande accoglie un regista ticinese che proprio su queste sedie si è innamorato del cinema
TicinOnline
Misha Györik: ‘Nella mia piazza un film sul lato cupo delle valli ticinesi’
Nella giornata del cinema svizzero la Piazza Grande accoglie un regista ticinese che proprio su queste sedie si è innamorato del cinema

LOCARNO - Non poteva esserci scelta più adatta per la giornata del film svizzero. Il Festival del Film di Locarno accoglie stasera un giovane regista ticinese che presenta in anteprima mondiale un film altrettanto ticinese. Un film ticinese, dicevamo, perché sebbene Misha Györik sia nato a Basilea è cresciuto a Locarno e, sulla Piazza Grande, si è innamorato del cinema tanto da decidere di farne una professione.

Partito per Budapest e la California, dove si è formato come regista e sceneggiatore, è tornato in Ticino ed ha scelto, come set e luogo del suo primo lungometraggio, le valli ticinesi. Misha Györik, ci può spiegare il suo viaggio personale?

“Sono di Locarno e sono cresciuto qui, sulla Piazza Grande. Dal ’90 al ’95 mi sono poi trasferito a Budapest per studiare all’Accademia di arti drammatiche e nel 1997 ho presentato a Locarno Cross-Roads, il mio lavoro di diploma. Sono poi andato in California dove ho studiato sceneggiatura sia perché la scuola di cinema era molto costosa, sia perché avevo pensato di cominciare dalla base. Ogni storia ed ogni film comincia infatti dalla carta e dalla scrittura e quindi dalla sceneggiatura. Devo dire che è stata una grande esperienza, in particolare quella di Budapest dove ho realizzato i primi cortometraggi”.

Come mai la scelta per questo film è caduta proprio sulle valli ticinesi?

“È un’idea che mi è stata proposta dall’allora produttore del film che era Marco Müller che, dopo aver assunto la direzione del Festival di Venezia, ha dovuto lasciare il progetto. Lui mi ha fatto conoscere lo scrittore romagnolo Eraldo Baldini ed ha avuto l’idea di provare questo mélange tra un racconto romagnolo ed una ambientazione ticinese. Un’ambientazione che si è subito dimostrata molto fortunata perché sono anch’esse realtà rurali nelle quali si parla di superstizioni. Le nostre valli, magari non in agosto, possono essere cupe e si prestano molto bene a queste ambientazioni”.

La Valle delle ombre racconta di un bambino di città che va in montagna a trovare il nonno  e con la cugina ed altri amici comincia un gioco che consiste nel raccontarsi storie spaventose. È un gioco che facevi anche tu?

“Sì, sicuramente anche se il film non è autobiografico. Penso che ognuno di noi ricorda delle storie o delle suggestioni di quando si era bambini ed ho puntato molto su questo perché Baldini è un autore che ha scritto molti racconti brevi e che tra l’altro sono quelli che preferisco. Episodi però troppo brevi per essere trasformati in un lungometraggio e da qui è nata l’idea di trasformare uno dei racconti in una cornice all’interno della quale, in una sorta di struttura alla Boccaccio, ogni bambino racconta una storia legata alla valle. Racconti di paura e leggende che percorrono la valle lungo un periodo di un secolo”.

La valle dell’ombra quindi spaventerà la piazza?

“(Ride, ndr.) Magari ogni tanto spaventerà la piazza, ma subito dopo ci sarà una risata. Il film non è un horror, è una fiaba nera con un po’ di humor e il pubblico più che altro si divertirà”.

Questa, come diceva, non è la sua prima esperienza al Festival di Locarno. Nel 2005 ha vinto un Pardino d’argento con il corto “Murder - They Said!” e prima aveva presentato il suo lavoro di diploma. Domani sera però la scena della Piazza Grande sarà tutta sua; è un sogno che si corona o un nuovo punto di partenza?

“Tutte due le cose. Sicuramente quello di avere un film proiettato sullo schermo (si gira indicando e sbirciando il grande telo bianco, ndr.) è un sogno che si corona e ancora adesso stento a crederci. È una cosa pazzesca. Sono cresciuto qui e seguo il festival da quando avevo 16 anni e la piazza per me è sempre stato un momento magico.

Dopo l’anteprima della stampa arriverà il pubblico della Piazza Grande, quale dei due pubblici temeva maggiormente?

“Senza dubbio la piazza. All’anteprima per la stampa non ci pensavo neppure... in piazza ci sarà tutto il pubblico e poi dovrò salire sul palco e cercare di comunicare qualcosa del film. Al momento è questo che mi preoccupa”.

Ha già pensato a cosa dirà sul palco?

“Ho finito il film ieri... (mi guarda ridendo, ndr.) Mi sono scritto delle cose che ho già dimenticato... Credo che andrò sul semplice e ringrazierò chi mi ha aiutato. Il Festival, al quale sono molto grato, e le molte persone che ci hanno messo il cuore. Molti ticinesi, dato che il film è stato girato tutto qui in Ticino, che come me hanno fatto i salti mortali per portarlo a termine. Credo che mi limiterò ai ringraziamenti. Tra l’altro molti di coloro che hanno lavorato al film saranno qui tra la folla, magari chiederò loro di alzarsi in piedi. Non so...”.

 


Foto apertura: TicinOnline

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