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TICINOLe agenzie interinali preferiscono i frontalieri: “Hanno più voglia di fare”

10.01.08 - 10:45
La percentuale di frontalieri interinali collocati in aziende ticinesi supera il 50%. “Più flessibili e disponibili ai trasferimenti con paghe che i ticinesi spesso rifiutano perché non arriverebbero a fine mese” ci dicono da un’agenzia. Come porre rimedio a questa situazione? “CCL per il ramo industriale su esempio dell’edilizia”.
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Le agenzie interinali preferiscono i frontalieri: “Hanno più voglia di fare”
La percentuale di frontalieri interinali collocati in aziende ticinesi supera il 50%. “Più flessibili e disponibili ai trasferimenti con paghe che i ticinesi spesso rifiutano perché non arriverebbero a fine mese” ci dicono da un’agenzia. Come porre rimedio a questa situazione? “CCL per il ramo industriale su esempio dell’edilizia”.
LUGANO - In un'inchiesta sulla condizione salariale dei lavoratori dipendenti sono emersi i seguenti dati: in Ticino una persona su tre riceve sussidi dallo stato, la metà della popolazione attiva guadagna meno di 3.500 franchi e le persone che risultano in assistenza sono più di 3mila.



L’entrata in vigore degli accordi bilaterali e la concorrenza dei lavoratori frontalieri

Ai dati menzionati bisogna aggiungere che, con l'apertura delle frontiere e l'entrata in vigore dei bilaterali, il Canton Ticino sta conoscendo senza dubbio una rivoluzione sociale. L'addio definitivo al posto fisso si è tradotto in una concorrenza internazionale agguerritissima, che ha avuto come logica conseguenza l’erosione, in molti settori, del potere d’acquisto dei salariati ticinesi.
Il problema salariale colpisce soprattutto i lavoratori dei settori industriali, dove molti ticinesi appartenenti ai ceti inferiori, nella ricerca di un impiego, si vedono confrontati con la concorrenza dei lavoratori frontalieri.


Il ruolo delle agenzie interinali


In questa "guerra tra poveri" sono molti in Ticino a pensare che siano i frontalieri ad uscirne vincenti poiché questi ultimi, si dice, pretendono meno soldi in busta, sono più flessibili, volenterosi, disponibili e bravi adulatori. Tutto vero? Frontalieri avvantaggiati? "No, sono in molti a pensare che privilegiamo i lavoratori frontalieri, ma così non è". Parola di Giacomo (nome inventato) responsabile di un'agenzia interinale ticinese, che però precisa: "Noi collaboriamo con gli Uffici Regionali di Collocamento, ma non sempre i disoccupati ticinesi si rivolgono a noi. E spesso quando viene proposto un impiego, questo non sempre viene accettato". Le motivazioni? Giacomo ammette: "Tra le motivazioni bisogna dire che quella più importante riguarda lo stipendio. Le paghe nel settore dell'industria sono oggettivamente basse e chi vive in Ticino fa veramente fatica a sopravvivere con questi salari". Gli fa eco Francesca (nome inventato), ex impiegata presso un'agenzia interinale ticinese: "La vita da noi è cara, sicuramente più che in Italia. E non è giusto lasciare un disoccupato ticinese a casa, solo perché giustamente chiede più di 3.200 franchi lordi per vivere".


I salari


Ci siamo rivolti a diverse agenzie di Lugano chiedendo quale fosse il salario minimo percepito da un lavoratore interinale con funzioni di operaio di fabbrica. Da tutti la stessa risposta: "Mai al di sotto dei 15 franchi". Lordi, si intende. Se confrontate con lo stipendio di un operaio metalmeccanico interinale lombardo, che si aggira sui 6,50 euro all'ora (10,40 franchi), le differenze tra quello italiano e quello svizzero non sembrano più così larghe. Si può parlare di ‘lombardizzazione’ dei salari? "No, ma è vero - risponde Giacomo - che con l'Euro a questi livelli record, a volte facciamo fatica anche a reclutare frontalieri". Come fare per migliorare la situazione? “Per arginare questo fenomeno – propone Giacomo - bisognerebbe trovare la possibilità di estendere i Contratti Collettivi su modello dei CCL esistenti nell'edilizia. In Svizzera Tedesca ci si sta già muovendo in questo senso”.


Nonostante il caro euro il sogno di un lavoro in Svizzera resta


Ma quanti sono, in percentuale, i lavoratori frontalieri collocati in occupazioni temporanee dalle agenzie interinali ticinesi, rispetto al numero totale? Se la domanda ha suscitato un certo fastidio presso un’agenzia interinale: “I dati non sono ancora disponibili, si rivolga al Seco” e in un’altra la risposta non ci è mai pervenuta, dalle altre sedi c’è stata più disponibilità. Le cifre fornite, dalla quasi totalità delle agenzie contattate parlano di una percentuale di lavoratori frontalieri tra il 50 e il 60%.


“Non è il lavoro che viene da noi, ma siamo noi che dobbiamo andare a cercarlo”.


Più della metà dei lavoratori interinali sono frontalieri. Il dato può sembrare eclatante, ma il signor Giacomo ribadisce: "Bisogna essere onesti: i frontalieri si spostano, sono flessibili e disponibili, mentre non sempre i ticinesi che si rivolgono a noi dimostrano queste caratteristiche".
La realtà dell’Europa del mercato libero vede innanzitutto i lavoratori europei (e questa volta non solo frontalieri) sempre più chiamati a una mobilità alla quale sembrano già più abituati rispetto a noi. E Giacomo fa un esempio. Eloquente. “Qualche tempo fa un cliente del Bellinzonese ci chiedeva un muratore disponibile a lavorare su un cantiere del Moesano. Lei non si immagina la fatica che abbiamo fatto per trovarlo. Alla fine, ce l’abbiamo fatta: un berlinese. L’abbiamo chiamato il venerdì e il lunedì si è presentato puntuale sul posto di lavoro”. Un monito ai ticinesi? “Dobbiamo capire finalmente che, oggigiorno, non è il lavoro che viene da noi, ma siamo noi che dobbiamo andare là, dove il lavoro c’è”.

p.d'a.



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