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BERNA"Ticinesi, non illudetevi"

13.10.14 - 06:16
Intervista al Consigliere agli Stati indipendente, Thomas Minder: "Illuso chi crede che con il 9 febbraio cambieranno le cose. Solo con Ecopop ci saranno cambiamenti percettibili"
Foto d'archivio (Keystone)
"Ticinesi, non illudetevi"
Intervista al Consigliere agli Stati indipendente, Thomas Minder: "Illuso chi crede che con il 9 febbraio cambieranno le cose. Solo con Ecopop ci saranno cambiamenti percettibili"

BERNA - "Inumana e pericolosa", "razzista", "presuntuosa". Si sprecano gli aggettivi contro Ecopop, l'iniziativa che voteremo il prossimo 30 novembre e che chiede di introdurre nella Costituzione un tetto massimo per l'immigrazione (0,2% annuo) e di investire nella politica di controllo delle nascite nei Paesi poveri. Da destra a sinistra il fronte anti-Ecopop è vasto e compatto. Dopo lo schiaffo del 9 febbraio sulla immigrazione di massa, tra i rappresentanti delle forze liberal-borghesi e socialdemocratiche è troppo forte l'angoscia di un'altra sconfitta. I borghesi temono di non poter importare più dall'estero la manodopera necessaria per far funzionare la "macchina Svizzera", i socialdemocratici temono che al posto degli immigrati residenti arriveranno lavoratori con permessi di breve durata e frontalieri, due categorie meno protette dal punto di vista giuridico e quindi più soggette ad essere sfruttate.

Thomas Minder e i sostenitori di Ecologia e Popolazione ritengono, invece, sia necessario spezzare "la logica delirante della crescita economica", ricordando a tutti gli svizzeri che, in nome del guadagno, ogni secondo viene cementificato 1,1 metro quadrato di terreno e che la crescita demografica svizzera è ormai simile a quella di un paese in via di sviluppo come l'India. E' come se ogni anno sorgesse sul nostro territorio una città popolose come San Gallo o Winterthur,

Intervista a Thomas Minder, consigliere agli Stati sciaffusano indipendente e imprenditore a favore dell'iniziativa EcoPop.

Signor Minder, lei ha dichiarato qualche giorno fa che l'iniziativa verrà rifiutata. Potrebbe spiegare ai ticinesi perché dovrebbero votare a favore di Ecopop?
"Perché l'attuazione dell'iniziativa UDC sull'immigrazione di massa non viene portata avanti in modo serio dalla Berna federale. Nulla di sorprendente, se si pensa che 6 consiglieri federali su 7 non volevano l'iniziativa e, in Parlamento, ad esclusione del gruppo UDC, sono tutti contrari. Non ce ne stiamo occupando. Ci si sta astenendo dal proprio lavoro".

Gli elettori ticinesi sono stati decisivi lo scorso 9 febbraio per la vittoria dell'iniziativa, votata soprattutto per la massiccia presenza di lavoratori frontalieri. Lei ora ci dice che l'iniziativa UDC non basterà per risollevare le sorti del Ticino?
"Mai e poi mai. E' un illuso chi crede che per il normale cittadino, e soprattutto per i ticinesi, ci saranno cambiamenti percettibili. L'iniziativa UDC è stata sì importante per aver restituito alla Svizzera la sua sovranità in materia di immigrazione. In altre parole, dallo scorso 9 febbraio siamo di nuovo responsabili - e non lo è più l'Unione Europea con la sua libera circolazione delle persone - del numero di persone che lasceremo entrare. Tuttavia la questione cruciale non è ancora stata discussa: quanti ne potranno entrare? Soltanto Ecopop risponde a questo problema di fondo. Soltanto con Ecopop ci saranno, per noi tutti, miglioramenti percettibili nella nostra qualità di vita".

Qualche giorno fa il Consiglio federale ha deciso per la liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica. Non vi è al mondo uno Stato così liberale e utilitarista come la Svizzera. Come si può riuscire a parlare agli svizzeri di "spazio vitale" e della necessità di porre un freno al consumismo?    
"E' vero, siamo uno stato molto liberale, di stampo anglosassone. E lo resteremo. Tuttavia il liberalismo senza regole può portare a degli eccessi. Una situazione già vista con i salari dei top manager, che hanno assunto delle proporzioni assurde. Noi, con la mia iniziativa per mettere un freno ai salari dei manager, abbiamo fatto sì che venissero introdotto delle regole secondo il principio dell'economia di mercato. Lo stesso discorso vale per la crescita economica: in una Svizzera dalle dimensioni infinite sarebbe tutto fantastico. Tuttavia, "purtroppo", la Svizzera ha una grandezza limitata così come limitata è la possibilità di fare crescere all'infinito l'economia e la popolazione all'interno delle sue frontiere. Per questo motivo ci vediamo costretti a dover dare delle regole sull'immigrazione. Dobbiamo limitarla in modo incisivo".

Lei più volte ha detto che l'economia è egoista. Lei ha delle proposte alternative per superare il capitalismo?
"No, qui non si tratta di una rivoluzione radicale del sistema economico. Il capitalismo, che rappresenta l'istinto primordiale di ogni sistema economico, si disinteressa completamente di tutti i danni che esso arreca all'ambiente. L'urbanizzazione selvaggia, il traffico, l'estinzione delle specie, la biodiversità, l'aria che respiriamo, lo stress: tutti elementi d'importanza vitale per l'uomo, la flora e la fauna. E queste non possono essere ignorate dall'economia. Dobbiamo dare adesso una svolta a questa situazione che vede l'economia programmata in modo unidirezionale: crescita e ancora crescita. E fare entrare sempre più persone".

A proposito di fare entrare sempre più persone, i favorevoli a Ecopop sono stati definiti "razzisti in sandali Birkenstock". Lei ha qualcosa da dire?
"Su certe polemiche e offese dal sapore squisitamente discriminatorio mi astengo dall'esprimermi. I contrari a Ecopop dovrebbero spiegare meglio come vogliono risolvere il problema dell'esplosione della popolazione. Il termine "sviluppo sostenibile" non esiste nel loro vocabolario. E ciò trovo che sia deplorevole".

La Svizzera è da molto tempo un paese di immigrazione. Perché adesso l'immigrazione è diventato un problema? Che differenza c'è tra l'immigrazione che ha conosciuto il nostro Paese negli anni 50-60 e quella di oggi? E' soltanto una questione di numeri o c'è qualcosa in più? Il problema non sta tanto nel fatto che oggi molti degli immigrati che arrivano in Svizzera dispongono di formazione di alto livello e non fanno più soltanto i lavori che gli svizzeri non vogliono più fare?
"Giusto, la Svizzera è da molto tempo un paese di immigrazione. E lo resterà di certo anche con Ecopop, in quanto lo 0,2% di crescita annua di popolazione rappresenta in tutti i casi un tasso relativamente alto. Tanto è vero che l'Unione Europa ha un tasso di immigrazione leggermente inferiore allo 0,2%. Se accettassimo Ecopop, in tutti i casi, la Svizzera crescerebbe sempre di più rispetto all'Unione Europea. Oggi ci ritroviamo in una situazione assurda: abbiamo una percentuale di crescita pari a paesi emergenti come l'India e Il nostro Paese è ormai cementificato completamente, in Ticino così come a Sciaffusa. Anche chi dice che in Svizzera ci sarebbe ancora posto per altri vari milioni di abitanti dico che si raggiungerebbe il limite fisiologico in pochi decenni. E poi, cosa succederebbe? Meglio agire in tempo nel dare un freno all'immigrazione, prima di farsi del male. Anche i nostri figli e nipoti hanno il diritto di scoprire la bellezza della natura e guardare i caprioli nella foresta. Non voglio che il loro destino sia quello di marciare, come in Cina, con mascherine in volto attraverso anonimi quartieri di cemento". 

Treni pieni, affitti sempre più cari. A Zurigo è impressionante notare come nel giro di pochi anni, si senta parlare ormai sempre più diffusamente il tedesco standard di Germania a scapito del dialetto locale. In pochi anni la Svizzera è cambiata molto. Chi ci ha guadagnato con questi accordi bilaterali?
"Per la maggior parte delle persone questo enorme cambiamento si è verificato troppo velocemente. Siamo stati colti di sorpresa in un fenomeno che vede l'arrivo di molte aziende che poi, tra pochi anni se ne andranno di nuovo, in una sorta di nomadismo globale. Il PIL cresce, ma soltanto a livello statistico. Il fatto rilevante è che a perderci siamo noi. Ad eccezione di una stretta cerchia elitaria, di questa crescita delirante non ne ha approfittato nessuno. Il nostro Paese una volta rappresentava una roccaforte della stabilità ed eravamo stimati per questo. Dovremmo di nuovo ricordarci di questa virtù e fermarci per una pausa di riflessione".  

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