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SVIZZERAUn canone radio-tv per (quasi) tutti

16.09.14 - 10:06
Chi non ha un apparecchio potrà chiedere di essere esentato dal pagamento per cinque anni
Un canone radio-tv per (quasi) tutti
Chi non ha un apparecchio potrà chiedere di essere esentato dal pagamento per cinque anni

BERNA - In futuro il canone radio-tv sarà uno solo - non ci sarà più distinzione tra quello per la radio e quello per la televisione - e dovrà essere pagato da quasi tutti i cittadini. Chi vorrà essere esentato dovrà chiederlo esplicitamente. È quanto deciso oggi dal Consiglio degli Stati che ha eliminato tacitamente le ultime divergenze col Nazionale. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

 

Concretamente, chi non dispone di alcun apparecchio in grado di ricevere programmi radiotelevisivi - circa 20'000 economie domestiche - potrà chiedere di essere temporaneamente esentato dal pagamento del canone. L'esenzione sarà valida per cinque anni.

 

Lo scopo della revisione - la cui entrata in vigore è prevista per il 2018 - è semplificare il sistema di riscossione, ritenuto oggi troppo complicato. Visti i progressi tecnologici che consentono di captare i programmi via smartphone, computer e tablet, è sempre più difficile vincolare l'obbligo di pagare il canone alla sola presenza di apparecchi di ricezione radio-tv, è stato sottolineato più volte durante i dibattiti parlamentari.

 

Grazie all'estensione della cerchia di persone obbligate a pagare il canone, il governo prevede inoltre una sua riduzione, da 462,40 franchi a 400 franchi annui. Due categorie saranno comunque esentate: le persone che ricevono prestazioni complementari AVS/AI e quelle che soggiornano in un'istituto (casa per anziani, prigione, ecc.).

 

Benché le due Camere siano riuscite a trovare un compromesso, il destino della revisione della Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV) è appesa a un filo: il progetto potrebbe infatti essere affossato durante le votazioni finali. Se dovesse superare questo scoglio il referendum appare inoltre certo: l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ha già annunciato che intende raccogliere le firme per portare il popolo al voto.

 

All'economia e a molti parlamentari borghesi non è piaciuto il fatto che il Parlamento abbia rifiutato di esentare tutte le imprese dal pagamento del canone. Il settore sarà così chiamato a versare complessivamente 200 milioni di franchi. Solo le aziende con un fatturato annuo inferiore ai 500'000 franchi, che rappresentano comunque oltre il 70% di tutta la categoria, non dovranno pagare la tassa di ricezione.

 

Ats

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