Cerca e trova immobili

SVIZZERASvizzera-Francia, molti contenziosi fiscali da regolare

03.03.14 - 15:35
Svizzera-Francia, molti contenziosi fiscali da regolare

BERNA - La visita del ministro francese dell'economia e delle finanze Pierre Moscovici giovedì a Berna interviene in un clima reso ancora più teso dalla votazione del 9 febbraio sull'immigrazione di massa. Fattore scatenante di un dialogo fiscale tra i due paesi, la nuova convenzione bilaterale sulle successioni è destinata a naufragare alle Camere federali.

 

Contrariamente al Consiglio Nazionale, che non era neppure entrato in materia, gli Stati, che discuterà la questione il 18 marzo, dovrebbe assumere una posizione attendista. La sua commissione preparatoria sostiene senza opposizione un rinvio del dossier al Consiglio federale allo scopo di rinegoziare le condizioni dell'accordo.

 

Il testo che prevede una imposizione sulla base del domicilio dell'erede e non più del defunto è fustigato da mesi dalla destra, Romandi in testa. Già rinegoziato dopo una prima protesta, esso permetterebbe alla Francia di tassare l'erede di un residente svizzero se abita in Francia da almeno otto anni. Parigi dovrebbe giusto dedurre una eventuale imposta di successione pagata in Svizzera.

 

La Francia non ha necessariamente interesse a nuove negoziazioni. Parigi ha cessato di concludere accordi sulle successioni alla fine degli anni 1990. E rischia di non attendere troppo a lungo prima di rescindere l'attuale convenzione con la Svizzera in vigore dal 1953, con il pericolo di doppia imposizione.

 

Altro tema di frizione, l'assistenza amministrativa fiscale. La Francia si lamenta che la Confederazione non risponda a sufficienti domande di informazioni. Parigi ritiene anche che queste dovrebbero essere trattate in modo confidenziale, quindi senza avvisare il contribuente interessato, ciò che è contrario al diritto elvetico.

 

Piccolo progresso, i francesi sembrano ammettere nella pratica le regole svizzere d'informazione. Forse anche perché il Parlamento sta modificando la legge in modo che banche svizzere oggetto di una domanda di assistenza possano - eccezionalmente - non essere avvertite precedentemente della trasmissione delle informazioni.

 

Per mettere fine all'evasione fiscale, la Francia preferirebbe lo scambio automatico d'informazioni. Aspettando il suo inevitabile arrivo, Parigi ha lanciato un programma di autodenunce e annunciato a metà febbraio di aver recuperato 230 milioni di franchi dai circa 16'000 evasori che si sono manifestati, di cui l'80% possedeva un conto non dichiarato in Svizzera.

 

Il compito si annuncia difficile anche per i forfait fiscali. Dal momento che la Francia ha deciso unilateralmente a Natale 2012 di non riconoscere più il regime d'imposizione secondo il dispendio, l'amministrazione fiscale francese potrebbe effettuare un prelievo presso centinaia di francesi domiciliati in Svizzera. Ma gli interessati potrebbero avere la meglio in tribunale, si spera a Berna.

 

Sulla questione dei frontalieri, sono invece stati fatti progressi, viene assicurato a Berna. Contenziosi legati a presentazioni tardive di attestazioni che permettono di sfuggire all'imposta alla fonte sono state regolate.

 

La Francia ha anche pagato, poco prima del Natale scorso, 276 milioni di franchi di imposte arretrate per i frontalieri. Il ritardo di questo pagamento da parte di Parigi aveva provocato una protesta in Svizzera.

 

Ultimo oggetto di discordanza, la fiscalità dell'aeroporto di Basilea-Mulhouse. La Francia minaccia di imporre la tassa sull'aviazione civile e la tassa di solidarietà al settore elvetico dell'aeroporto argomentando che si trova sul territorio francese.

 

Ats

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE