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BERNA«La SSR non promuove la coesione nazionale»

28.09.17 - 12:08
Lo sostiene il presidente del PPD Gerhard Pfister, accusando l'ente radiotelevisivo di giocare fra interessi aziendali e servizio pubblico
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«La SSR non promuove la coesione nazionale»
Lo sostiene il presidente del PPD Gerhard Pfister, accusando l'ente radiotelevisivo di giocare fra interessi aziendali e servizio pubblico

BERNA - La SRG SSR non promuove la coesione nazionale: lo sostiene il presidente del PPD Gerhard Pfister, che accusa anche l'ente radiotelevisivo di seguire una doppia morale giocando, a seconda delle convenienze, fra interessi aziendali e servizio pubblico.

«Il mito della coesione della SSR parifica il media con il messaggio», sostiene Pfister in un'intervista pubblicata oggi dal settimanale Weltwoche. «Prendiamo Roger Federer. Sono il suo carisma e le sue prestazione sportive che favoriscono la coesione nazionale, non il media SSR, come invece questa crede. L'azienda non fa che diffondere le partite».

Il consigliere nazionale di Zugo parla di «un'eccessiva auto-rappresentazione» da parte della SSR, di un «mito germanico». Pfister si dice contento che ora alla testa dell'ente arrivi «un vero romando», Gilles Marchand, al posto di Roger de Weck. «In Romandia la SSR è molto più pragmatica e di conseguenza indiscussa».

«Che ci sia una compensazione finanziaria fra la Svizzera tedesca e quella latina è ovviamente fuori discussione», prosegue il deputato. «Ma è esagerato far derivare da questo l'irrinunciabilità della SSR». L'azienda ha una sua legittimità, ma come fornitrice di servizi per il contribuente e non attraverso un'immagine mitizzata.

Invece di promuovere veramente la coesione - sostiene Pfister - De Weck e gli altri dirigenti hanno favorito la spaccatura del paese. «La SSR ha attaccato gli editori privati, si è estesa nei loro mercati e li ha gradualmente indeboliti».

Sempre secondo Pfister il dibattito sulla SSR non centra il problema. «Molti - anche a destra - non si occupano a sufficienza di quanto profondamente la digitalizzazione sta cambiando il giornalismo e di quanto questo significhi per la politica dei media». Parlando dell'iniziativa "no Billag" si discute solo di sintomi, non di cause, sostiene il presidente PPD, mentre «all'esterno editori e giornalismo stanno lottando contro l'uragano della digitalizzazione che sta cambiando tutto».

La SSR - continua il 54enne - non crea la coesione, si limita a mostrarla. In questo ambito ha lo stesso status della perequazione finanziaria: è importante, ma può anche essere adattata in modo pragmatico.

Il presidente non esita a criticare anche l'atteggiamento di alcuni esponenti della società di radiotelevisione nei suoi confronti. «Personalmente da parte della SSR mi si fa capire indirettamente che devo contare su conseguenze in seguito alle mie critiche: questo avviene in modo sottile, naturalmente non in modo aperto, ma succede».

Ma in ultima analisi la SSR è un'azienda o una istituzione di stato? Secondo Pfister la SSR non dirime la questione, come non lo fa il mondo politico. A suo avviso l'impresa prende il meglio dai due ambiti. «Quando si tratta dei salari dei dirigenti e degli introiti pubblicitari si argomenta in modo economico, con espressioni quali 'concorrenza' e 'quote di mercato', utilizzando il solito gergo dei manager. Quando invece in gioco vi è l'ampliamento dell'offerta o la vertenza con gli editori privati si argomenta in modo politico, con termini quali 'servizio pubblico' e 'coesione delle regioni linguistiche'». «Questa doppia morale è sleale», conclude il presidente PPD.

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COMMENTI
 

Meridiana 6 anni fa su tio
Finalmente un PRESIDENTE che ha assimilato il problema. Speriam,o che mantenga e che combatta su tutta la linea e che non faccia "l'oregiatt" di turno. AUGURI
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