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Il Nazionale ha bocciato una mozione del democentrista Heer, secondo il quale le analisi del DNA rendono possibile delucidare omicidi anche a distanza di 30 anni
BERNA - I termini di prescrizione - fissati a 30 anni - per le pene per cui è comminato il carcere a vita non vanno aboliti. Con 117 voti contro 67, il Consiglio nazionale ha bocciato una mozione di Alfred Heer (UDC/ZH).
Lo zurighese sosteneva che al giorno d'oggi i nuovi mezzi di prova come le analisi del DNA rendono possibile delucidare omicidi anche a distanza di 30 anni. Heer ha anche sottolineato l'incoerenza del fatto che chi abusa sessualmente di un minore può essere perseguito a vita, chi invece uccide un minore per motivi non sessuali non può più esserlo dopo 30 anni.
La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha riconosciuto che dal 2008, con l'approvazione dell'iniziativa popolare "per l'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile", le regole in materia presentano una certa incoerenza. Questa può tuttavia essere spiegata considerando lo scopo dell'iniziativa: le giovani vittime di abusi sessuali devono disporre di più tempo per decidere se sporgere denuncia.
La situazione probatoria, ha aggiunto la titolare del Dipartimento di giustizia e polizia (DFGP), è invece completamente diversa nel caso di un omicidio. La modifica generale proposta nella mozione non renderebbe inoltre più coerente il sistema, ha sostenuto convincendo la maggioranza del plenum.
