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SVIZZERAFacilitare l’importazione di farmaci senza consulenza

14.09.17 - 09:21
Per il Consiglio degli Stati bisogna facilitare l'importazione parallela di medicamenti della categoria di dispensazione E, ovvero quella che non necessita di consulenza specialistiche
Facilitare l’importazione di farmaci senza consulenza
Per il Consiglio degli Stati bisogna facilitare l'importazione parallela di medicamenti della categoria di dispensazione E, ovvero quella che non necessita di consulenza specialistiche

 BERNA - Bisogna facilitare l'importazione parallela di medicamenti della categoria di dispensazione E, ovvero quella che non necessita di consulenza specialistica. È l'opinione del Consiglio degli Stati che ha approvato - con 36 voti contro 7 - una mozione in tal senso della propria Commissione dell'economia e dei tributi.

In particolare, il testo chiede di sopprimere le disposizioni che impongono un cambiamento di etichetta (ad esempio con l'indicazione del numero di omologazione) oppure di rinunciare all'obbligo di omologazione per i medicamenti di tale categoria.

Martin Schmid (PLR/GR), a nome della commissione, ha sottolineato che le modifiche delle etichette creano una mole burocratica non giustificabile, considerando la tipologia di prodotti. I cambiamenti proposti «possono essere un passo avanti contro gli alti prezzi esistenti in Svizzera», ha detto.

Alain Berset, a nome del governo, ha vanamente invitato i "senatori" a respingere la mozione. Ha infatti sottolineato che la soppressione dell'obbligo di omologare i medicamenti della categoria E necessiterebbe di una revisione della legge che non sarebbe più compatibile con il diritto europeo.

Inoltre, nel 2016 il Parlamento ha adottato la revisione della legge sugli agenti terapeutici, con la quale è stata sensibilmente semplificata la procedura di omologazione. Questo dimostra che «siamo d'accordo sui principi del testo, ma bisogna applicarli nel modo corretto», ha detto Berset. «L'opposizione del governo riguarda quindi la forma», ha aggiunto.

L'atto parlamentare va ora al Consiglio nazionale.

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