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BERNABurkhalter agli ambasciatori: «La politica estera è come il calcio»

21.08.17 - 18:25
Quattro sono «gli assi di sviluppo a lungo termine che caratterizzano la nostra politica estera», ha detto: «quattro "partite" che si devono giocare simultaneamente»
Keystone
Burkhalter agli ambasciatori: «La politica estera è come il calcio»
Quattro sono «gli assi di sviluppo a lungo termine che caratterizzano la nostra politica estera», ha detto: «quattro "partite" che si devono giocare simultaneamente»

BERNA - Un discorso improntato alle metafore del calcio quello tenuto oggi da Didier Burkhalter agli ambasciatori svizzeri nel mondo, convocati per l'occasione allo Stade de Suisse di Berna per la loro conferenza annuale. In quello che è stato forse il suo ultimo discorso ufficiale, il dimissionario ministro degli esteri ha evocato quattro assi di sviluppo della politica estera elvetica.

Il calcio «ha accompagnato la mia vita, con gioie e dolori», ha esordito il consigliere federale (secondo il testo scritto fornito alla stampa). Egli ha poi definito la politica estera della Svizzera «un lavoro di squadra», sviluppato con «una prospettiva a lungo termine»: «non soltanto alcuni minuti di gioco, ma un vero campionato», che richiede «stabilità, prevedibilità e affidabilità, nonché perseveranza».

E voi che curate sul terreno i rapporti con i nostri partner internazionali, ha detto agli ambasciatori, «non siete per forza quelli che tirano i rigori, ma quelli che fanno i buoni passaggi al centro, le rimesse in gioco e i calci piazzati».

Quattro sono «gli assi di sviluppo a lungo termine che caratterizzano la nostra politica estera», ha detto Burkhalter: «quattro "partite" che si devono giocare simultaneamente».

La prima - anch'essa «piuttosto un campionato» - riguarda i rapporti con l'UE: «la difesa degli interessi svizzeri nei confronti dell'Europa rappresenta il compito principale della politica estera». A suo avviso, solo la via bilaterale rende possibile l'accesso al mercato interno europeo, garantendo alla Svizzera nel contempo prosperità e indipendenza, e «solo la via bilaterale è in grado di ottenere il consenso della maggioranza in parlamento e nella popolazione».

La seconda sfida è determinata dall'estensione a livello mondiale della politica estera elvetica, con «momenti chiave» - «come in ogni partita» - quali l'adesione all'Onu o la decisione del Consiglio federale di sviluppare partenariati strategici con paesi prioritari extra Ue. Come la Cina, o anche la Russia, senza la quale «in vari conflitti non si possono avere soluzioni» e che è per la Svizzera «un partner affidabile» nel dialogo al riguardo.

Terzo asse della politica estera elvetica: «l'impegno accresciuto in favore della pace e della sicurezza». Una partita, questa, il cui «calcio d'inizio» sono stati i «buoni uffici» elvetici, che «hanno cambiato il corso del gioco», diventando «un marchio di fabbrica svizzero utile al mondo».

Quarto asse: «il nostro accresciuto impegno in favore dello sviluppo sostenibile», basato esso pure su una lunga tradizione.

La Svizzera deve adattare la sua politica estera a un mondo in crisi, «contrassegnato da una insicurezza e una imprevedibilità crescenti», ha detto Burkhalter.

«Sentiamo la diffidenza crescente tra gli Stati che intralcia un'azione multilaterale efficace. Sentiamo la rimessa in questione dell'ordine internazionale liberale, che poggia sulla cooperazione e regole comuni», ha aggiunto il ministro degli esteri, rammentando che «la sicurezza e la prosperità della Svizzera dipendono in ampia misura dalla sicurezza e dalla prosperità del mondo». «La Svizzera - ha affermato - è uno Stato che non è piccolo e che può far muovere le cose, a modo suo. La sua voce è ascoltata».

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