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BERNALe misure contro l'inquinamento atmosferico fanno discutere

26.07.17 - 12:21
Risanamenti troppo costosi per risultati insufficienti: l'industria del riscaldamento ha criticato la revisione dell'ordinanza contro l'inquinamento atmosferico proposta dalla Confederazione
Le misure contro l'inquinamento atmosferico fanno discutere
Risanamenti troppo costosi per risultati insufficienti: l'industria del riscaldamento ha criticato la revisione dell'ordinanza contro l'inquinamento atmosferico proposta dalla Confederazione

BERNA - Il Consiglio federale propone altre riforme ambientali, tra queste figurano le revisioni delle ordinanze per la protezione delle acque, una contro il rumore causato dalla circolazione stradale e una modifica che autorizza la realizzazione di parchi naturali transfrontalieri.

La maggior parte di questi testi, in consultazione fino a oggi, non sono stati contestati. Tuttavia, la revisione dell'ordinanza contro l'inquinamento atmosferico ha sollevato le critiche del settore interessato.

Le modifiche dell'ordinanza in questione riguardano principalmente le disposizioni per i piccoli impianti a combustione alimentati a legna con una potenza termica pari o inferiore a 70 kW e per quelli a combustione riforniti con olio o gas. Per i primi, sono previsti valori limite più severi in conformità al piano d'azione contro le polveri fini, mentre per i secondi le misurazioni dovranno essere effettuate con minore frequenza.

La perdita di gas di combustione dovrebbe essere ridotta dal 7% al 3-4%, con ciò s'intende la quantità di calore perso dall'impianto di riscaldamento mediante i gas inutilizzati.

Un parere non condiviso dal settore: numerose istallazioni di moderni riscaldamenti a gasolio, che funzionano molto bene, dovrebbero essere smontati ben prima del termine previsto per la loro durata d'utilizzo, rileva Ueli Bamert, direttore dell'associazione dei commercianti di combustibili Swissoil.

Inoltre, secondo Swissoil, l'obiettivo non sarebbe sicuramente raggiunto. Introdurre questi valori limite non ridurrebbe il consumo di gasolio, dal momento che il rischio di fughe di gas esiste anche per le moderne caldaie a condensazione a gasolio, sottolinea l'associazione, che consiglia invece di migliorare un altro punto: nel corso di un risanamento, la ripartizione di calore spesso non è corretta ed è qui che bisogna agire per cercare di risparmiare, indica Bamert.

Le proposte del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) non sono adatte alle condizioni reali, rileva Thomas Hegglin, portavoce dell'Associazione svizzera dell'industria del gas.

Il settore propone dunque un compromesso: fissare le perdite legate al gas di combustione al 5% per il riscaldamento dell'acqua o di locali, con un termine di adattamento di dieci anni per le installazioni esistenti.

Il settore in questione vorrebbe inoltre soluzioni più liberali, suggerendo ad esempio di aumentare da due a tre anni i controlli per le istallazioni di combustione alimentate a gas e a gasolio. La tecnologia è in costante sviluppo e le emissioni di gas si riducono sempre di più, sostiene Swissoil.

L'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e l'Associazione svizzera dei proprietari fondiari (HEV) si schierano a favore di Swissoil. In una presa di posizione, la HEV considera la revisione dell'ordinanza "un attacco contro i riscaldamenti a energia fossile".

In caso di applicazione della revisione, si verificherà la stessa cosa che in passato è accaduta con l'etichetta energia per le automobili, sostiene l'associazione. La modifica, in teoria, avrebbe dovuto portare a una netta diminuzione del consumo di pneumatici e carburanti speciali, ma nella realtà questa previsione non si è avverata.

La HEV chiede inoltre una minore regolamentazione: "Lo Stato non ha il compito di prescrivere quale sistema di riscaldamento deve essere installato nell'immobile. La grande diversità di sistemi di riscaldamento deve permettere di coprire la moltitudine di situazioni che si trovano nei diversi edifici".

La revisione ha tuttavia trovato anche sostegno da alcune associazione di categoria: "Consideriamo ogni giro di vite nel riscaldamento energia fossile giustificato, se contribuisce al raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici per la Svizzera", ha detto all'ats Tina Berg di SvizzeraEnergia.

L'associazione ricorda inoltre che se la Svizzera vuole rispettare le esigenze dell'Accordo di Parigi sul clima e gli obiettivi della propria Strategia energetica 2050, dovrà in tutti i casi prendere totalmente le distanze dalle energie fossili in un futuro prossimo. Una posizione difesa anche dall'Iniziativa delle Alpi.

La revisione dell'ordinanza contro l'inquinamento atmosferico prende in considerazione lo stato attuale della ricerca, rileva in una nota l'Accademia di scienze naturali. Secondo l'associazione, le misure previste sono applicabili e costituiscono il "minimo indispensabile".
 
 

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