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BERNASpiraglio per le esportazioni svizzere verso la Russia

21.06.17 - 12:02
Complessivamente nel primo trimestre 2017 l'export delle aziende elvetiche verso la Mosca è cresciuto del 25%
Spiraglio per le esportazioni svizzere verso la Russia
Complessivamente nel primo trimestre 2017 l'export delle aziende elvetiche verso la Mosca è cresciuto del 25%

BERNA - Le sanzioni contro la Russia hanno messo a dura prova l'economia d'esportazione svizzera. Dall'inizio dell'anno l'export verso Mosca ha però ripreso a crescere. Secondo il presidente russo Vladimir Putin il suo Paese ha sofferto meno rispetto a quelli esportatori.

Le sanzioni contro la Russia sono in vigore da oltre tre anni. Gli Stati Uniti e l'Unione europea (Ue) le avevano adottate dopo l'annessione della Crimea nel marzo del 2014. La scorsa settimana il Senato americano ha approvato un inasprimento a cui il governo tedesco si è opposto, temendo nuovi effetti negativi per le imprese esportatrici.

La Confederazione non ha mai applicato le sanzioni, tuttavia ha adottato misure per evitare che queste venissero aggirate attraverso la Svizzera. Nel 2015, le esportazioni delle imprese elvetiche verso la Russia si sono ridotte del 21% a 2,3 miliardi di franchi rispetto all'anno precedente. Lo scorso anno, la flessione è stata del 12%.

Industria MEM toccata indirettamente - Il calo ha colpito anche l'industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica (MEM). Nel 2014 quest'ultima aveva ancora esportato prodotti per un valore pari a 914 milioni di franchi, contro i 590 milioni del 2016.

L'industria MEM non è direttamente toccata dalle sanzioni dell'Ue, ha riferito all'ats il portavoce dell'associazione di categoria Swissmem Ivo Zimmermann. Tuttavia, le misure decise dal Consiglio federale hanno contribuito alla flessione delle esportazioni.

Le ragioni del calo sono «chiaramente» i bassi prezzi del petrolio e la debolezza del rublo, ha detto Zimmermann. Questi due fattori hanno portato ad una notevole riduzione delle entrate pubbliche russe e di conseguenza degli investimenti, in particolare per quanto riguarda le aziende «vicine allo Stato».

Dall'inizio del 2017 la tendenza è inversa: nel primo trimestre le esportazioni MEM elvetiche verso la Russia sono aumentate del 30%. La situazione economica di Mosca si sta lentamente schiarendo, ha aggiunto Zimmermann. I prezzi del petrolio hanno contribuito al miglioramento.

Anche le entrate pubbliche russe sembrano rimettersi. Secondo il portavoce, l'industria MEM svizzera esporta soprattutto beni d'investimento in Russia, principalmente finanziati dallo Stato. La progressione parte però da un livello molto basso, sottolinea aggiungendo che è ancora troppo presto per parlare di una tendenza.

Complessivamente nel primo trimestre 2017 l'export delle aziende elvetiche verso la Mosca è cresciuto del 25%. L'insieme delle esportazioni svizzere è invece aumentato quasi del 7%.

Speranza vana dell'industria casearia - Le speranze del settore caseario elvetico di approfittare delle sanzioni sono svanite rapidamente. Il comparto credeva che la Russia avrebbe acquistato più prodotti agrari svizzeri a causa delle controsanzioni verso l'Ue.

Le esportazioni di formaggio sono sì raddoppiate nel primo anno delle sanzioni, ovvero il 2014, ha riferito all'ats Manuela Sonderegger, di Switzerland Cheese Marketing, ma la situazione non ha giovato ai caseari elvetici poiché i loro prodotti hanno prezzi più elevati rispetto ai concorrenti europei. Al contrario, la pressione sui prezzi all'interno dell'Ue si è accentuata ulteriormente visto che i prodotti europei sono rimasti in Europa, ha spiegato Sonderegger.

Ciononostante, anche i produttori svizzeri di formaggio sentono tirare un vento favorevole dall'inizio del 2017 nell'export verso la Russia. Nei primi quattro mesi hanno registrato un aumento a due cifre rispetto allo scorso anno. I russi acquistano volentieri Emmentaler, Gruyère e Appenzeller.

Secondo Vladimir Putin, la Russia ha sofferto meno delle sanzioni rispetto a chi le ha imposte. Mosca ha perso tra i 50 e i 52 miliardi di dollari (48-50,2 miliardi di franchi), mentre - secondo quanto affermato la scorsa settimana dal presidente russo - la controparte ha subito una perdita di 100 miliardi.

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