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BERNAIntegrazione degli stranieri, secondo la Commissione bisogna inasprire la legislazione

28.04.17 - 15:57
Integrazione degli stranieri, secondo la Commissione bisogna inasprire la legislazione

BERNA - Le recenti modifiche apportate alla legge sugli stranieri in materia d'integrazione non sono sufficienti: la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) ritiene necessario un inasprimento della legislazione e chiede l'introduzione di un nuovo statuto per le persone ammesse provvisoriamente in Svizzera.

Questa categoria di persone è da tempo al centro dei dibattiti: la maggior parte di esse soggiorna infatti in Svizzera non in maniera provvisoria bensì praticamente definitiva, visto che un ritorno nel paese d'origine è impossibile. Per accelerare la loro integrazione, il governo aveva presentato diverse opzioni lo scorso ottobre.

La CIP-N, esaminate le varie proposte, intende ora impartire, mediante una mozione, indicazioni generali per l'elaborazione di un progetto di legge per sostituire l'attuale permesso F (persone ammesse provvisoriamente) ritenuto non adeguato. Questo modo di procedere è stato adottato con 16 voti contro 9.

La mozione della CIP-N prevede che, nel caso di persone per le quali subito chiaro che un ritorno in patria è escluso, si ricorra a un nuovo statuto di "persona protetta" non limitato nel tempo, che consentirà a questi profughi di migliorare la loro situazione sul mercato del lavoro elvetico. Avranno inoltre diritto al ricongiungimento famigliare in caso di sufficiente stabilità finanziaria.

Per contro ai migranti che necessitano solo di "protezione temporanea" si applicherà lo statuto di "persona da proteggere provvisoriamente". Esso sarà limitato nel tempo, in funzione di una situazione particolare in un paese o in una regione. Questi casi verranno regolarmente verificati e non daranno diritto al ricongiungimento famigliare. Tali persone avranno una limitata possibilità di accesso al mercato del lavoro o della formazione. Bisognerà comunque prevedere che vi saranno casi in cui i migranti potrebbero essere costretti a soggiornare in Svizzera più a lungo di quanto previsto inizialmente.

Ritenendo che la revisione della legge sugli stranieri decisa lo scorso dicembre dal parlamento non sia sufficiente, la CIP-N ha anche espresso il proprio sostegno - con 12 voti contro 11 - a un'iniziativa del canton San Gallo che chiede un inasprimento del diritto vigente in materia di integrazione.

Il testo - accolto a marzo dal Consiglio degli Stati - prevede che ai cittadini provenienti dagli Stati non UE/AELS sia rilasciato o prorogato un permesso di dimora o domicilio solo se rispettano un accordo d'integrazione. Quest'ultimo contempla l'accettazione dell'ordinamento giuridico svizzero, i valori locali e sufficienti conoscenze linguistiche. Il "rifiuto persistente" di fare sforzi in vista dell'integrazione costituirà inoltre motivo sufficiente per revocare un permesso.

Infine, la CIP-N ha accolto all'unanimità un postulato che incarica il Consiglio federale di chiarire come ottenere una migliore e più efficiente integrazione sul mercato del lavoro dei rifugiati riconosciuti e delle persone ammesse provvisoriamente.
 
 

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