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SVIZZERA / STATI UNITIVertice FMI: «Il bilancio è positivo»

23.04.17 - 10:52
Il consigliere federale Ueli Maurer si è detto «soddisfatto» al termine della riunione primaverile del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale
Keystone
Vertice FMI: «Il bilancio è positivo»
Il consigliere federale Ueli Maurer si è detto «soddisfatto» al termine della riunione primaverile del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale

WASHINGTON - La politica degli Stati Uniti è ancora poco chiara, ma il bilancio è positivo: lo ha detto il consigliere federale Ueli Maurer al termine della riunione primaverile del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale.

Le discussioni, ha spiegato Maurer, hanno in gran parte riguardato la posizione dell'amministrazione di Donald Trump in materia di politica commerciale e fiscale. Il nuovo inquilino della Casa Bianca, ha sottolineato il consigliere federale, dice spesso di voler allacciare relazioni economiche «eque», ma un piccolo paese come la Svizzera ha bisogno di «mercati aperti».

L'accesso ai mercati è essenziale, visto che «il commercio mondiale ha ripercussioni positive sullo standard di vita di quasi tutte le fasce della popolazione». Malgrado i rischi politici legati alla Brexit e l'imprevedibilità dell'amministrazione Trump, regna comunque ottimismo quanto alla crescita economica.

Maurer, che era accompagnato dal presidente della direzione della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan, ha incontrato la presidente della Federal Reserve Janet Yellen e il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin.

Secondo il consigliere federale vi sono segnali secondo cui la Svizzera non è nel mirino del governo di Washington, intenzionato a intervenire contro i paesi che manipolano il valore esterno della propria valuta.

«Dobbiamo difendere il franco di fronte alla debolezza dell'euro e della crisi dell'economia dello spazio europeo» e i rappresentanti americani, ha detto Maurer, hanno mostrato comprensione. L'eccedenza della bilancia commerciale con gli USA è dovuta in gran parte agli investimenti diretti delle imprese svizzere, che creano posti di lavoro negli Stati Uniti. Bisogna continuare a discutere di questi temi, senza dover parlare di black list: è un problema che si può risolvere, ha concluso il consigliere federale.

 

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