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BERNAGli Stati "aggiustano" la legge contro il lavoro nero

06.03.17 - 17:09
Gli Stati "aggiustano" la legge contro il lavoro nero

BERNA - Serve una lotta più efficace al lavoro nero. Ne è convinto il Consiglio degli Stati che, con 30 voti contro 11 e 3 astensioni, ha approvato oggi la modifica parziale della pertinente legge.

I "senatori" si sono tuttavia distanziati su alcuni punti dalle decisioni già prese del Consiglio nazionale. Lo scorso settembre la Camera del popolo aveva parzialmente annacquato il progetto presentato dal Consiglio federale.

Per la Camera dei cantoni, la procedura di conteggio semplificata per i premi delle assicurazioni sociali e le imposte non deve ad esempio poter essere applicata alle società di capitali e società cooperative nonché al coniuge e ai figli che lavorano nell'azienda di famiglia.

Gli Stati ritengono inoltre, diversamente dal Consiglio nazionale, che l'organo di controllo debba informare le autorità competenti anche quando sussistono indizi d'infrazione a un contratto collettivo di lavoro di obbligatorietà generale.

Sanzioni per chi non rispetta gli obblighi d'annuncio - La Camera dei cantoni ha pure approvato - con 24 voti contro 20 - l'articolo che stabilisce le sanzioni - da 1000 a 5000 franchi - e le competenze in caso di violazione degli obblighi di annuncio e di annotazione. Il Nazionale vorrebbe abolire tali disposizioni poiché comporterebbero un eccessivo onere amministrativo.

La revisione della legge sul lavoro nero contiene soprattutto un miglioramento dello scambio di informazioni tra le varie autorità coinvolte per lottare contro un fenomeno che distorce la concorrenza con ricadute negative sulle imprese serie e i lavoratori, cui non vengono pagati i contributi sociali e sono completamente sprovvisti di assicurazioni.

A soffrirne, hanno indicato alcuni "senatori" durante il dibattito di entrata nel merito, è anche lo Stato cui viene sottratto substrato fiscale. Si calcola che il lavoro nero in Svizzera valga il 6-7% del Pil nazionale, ha ricordato il socialista Christian Levrat (FR).

Prima dell'esame particolareggiato della legge, l'UDC e parte del PLR si sono battuti per la non entrata nel merito sostenendo che la revisione legislativa proposta crea nuova burocrazia senza portare miglioramenti tangibili. «Alla fine, la montagna ha partorito il classico topolino», ha sostenuto Thomas Hefti (PLR/GL).

Vista l'estensione del lavoro nero, anche se modesta la legge è più che mai opportuna, ha replicato Levrat. Al voto il plenum gli ha dato ragione e, con 27 voti contro 16, ha approvato l'entrata in materia.

L'oggetto torna al Nazionale per l'esame delle divergenze.

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