Non è compito del diritto penale punire ogni comportamento moralmente reprensibile, aveva sostenuto la consigliera federale Simonetta Sommaruga
BERNA - Le attuali norme del codice penale (CP) e le alternative in sede civile garantiscano già una sufficiente protezione alle vittime di sexting. È quanto pensa la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAG-S) che invita il plenum a respingere una mozione della Consigliera nazionale Viola Amherd (PPD/VS).
La decisione della CAG-S è in linea con quanto raccomandato dal Consiglio federale. Nel giugno scorso, il Consiglio nazionale aveva invece approvato l'atto parlamentare per 124 voti a 43 e 18 astenuti sostenendo che la diffusione di fotografie o video intimi di altre persone senza il loro consenso, il cosiddetto sexting, va punito con una fattispecie penale a sé stante.
Secondo la CAG-S, invece, nei casi di sexting la prevenzione dei possibili rischi legati alle nuove tecnologie gioca un ruolo importante; per questo motivo non è necessario introdurre una nuova norma nel CP dall'effetto preventivo.
Durante la discussione al Nazionale, Viola Amherd aveva giustificato la propria mozione col fatto che la diffusione e lo scambio via internet o telefono cellulare di foto e video intimi di sé stessi o di altre persone non fa che aumentare. Spesso, inoltre, tale diffusione è accompagnata da minacce con conseguenze gravi per gli interessati, perlopiù minorenni, aveva sottolineato la deputata vallesana.
Una minoranza, pur condannando il sexting, aveva sottolineato l'importanza della prevenzione e della responsabilità individuale. Non è inoltre compito del diritto penale punire ogni comportamento moralmente reprensibile, aveva sostenuto da parte sua la consigliera federale Simonetta Sommaruga.