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È quello che pensa la Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio nazionale, che ha aggiunto 950 milioni ai 26 miliardi già previsti dal Governo
BERNA - Per rimanere al vertice della formazione e della ricerca, la Svizzera deve investire più di quanto propone il Consiglio federale.
È quanto pensa la Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio nazionale che ha approvato il messaggio ERI 2017-2020, aggiungendo ai circa 26 miliardi previsti dal Governo 950 milioni circa.
In particolare, come indica una nota odierna dei servizi parlamentari, la commissione preparatoria chiede più mezzi per la formazione professionale (+286 milioni), la formazione continua, i contributi ai Cantoni per i sussidi alla formazione (+60 milioni), il settore dei politecnici federali (+300 milioni), i contributi di base per le università cantonali e per altri istituti accademici (+106 milioni), per le scuole universitarie professionali (+64 milioni) e per investimenti edili (+60 milioni).
Una minoranza della commissione domanda invece un taglio rispetto al progetto governativo di quasi 990 milioni di franchi in ragione della situazione precaria delle finanze federali e del programma di stabilizzazione approvato mercoledì scorso dal Governo. Quest'ultimo prevede per il periodo 2017-2019 minori uscite per il settore della ricerca di 485,2 milioni. Sul programma di stabilizzazione dovrà decidere ora il parlamento.
Il progetto discusso in commissione prevede anche la possibilità di aumentare le tasse di studio per gli studenti stranieri iscritti ai due politecnici federali. Una minoranza si è detta contraria. Un'altra minoranza ha proposto invece di impiegare le maggiori entrate derivanti dall'aumento delle tasse per finanziare borse di studio o altre agevolazioni a beneficio degli studenti.
