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BERNA - Il Nuovo movimento europeo svizzero (Numes) ha tenuto oggi a Berna la sua annuale assemblea generale, in cui sono state presentate le "priorità strategiche 2016-2018".
Nonostante l'impasse in cui si trova la politica europea della Svizzera, il movimento che milita per l'adesione all'Ue afferma in una nota di essere "riuscito ad assumere un nuovo slancio questi ultimi due anni, accogliendo nuovi membri, ottenendo una maggiore udienza, moltiplicando le azioni e beneficiando di accresciuti appoggi finanziari". Entro il 2018 esso si propone di "confermare il suo dinamismo, diversificando il proprio pubblico e rafforzando la sua leadership di movimento europeo".
Sebbene l'idea di un'adesione all'Unione europea non abbia certo guadagnato popolarità negli ultimi tempi, il Numes rimane convinto che sia l'idea buona. "La Svizzera va così bene attualmente non perché non è nell'Ue, ma nonostante il fatto che non ci sia", ha affermato la sua ex presidente Christa Markwalder (PLR/BE), attuale presidente del Consiglio nazionale, in una conferenza dedicata all'"Europa di domani" seguita alla parte statutaria dell'assemblea. Secondo il comunicato del Numes, la conferenza ha "permesso di considerare il futuro del nostro continente sotto un aspetto differente, risolutamente ottimistico".
Il Numes è nato nei primi mesi del 1998 dalla fusione di quattro organizzazioni europeiste, a loro volta formatesi in seguito al rifiuto popolare dell'adesione della Svizzera allo Spazio economico europeo (SEE) il 6 dicembre 1992. Fra i suoi quattro vicepresidenti figura anche Jacques Ducry, presidente della sezione Ticino.
