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BERNARiforma dell'esercito, 20 miliardi per il periodo 2017-2020

07.03.16 - 17:54
I corsi ripetizione saranno di tre settimane sei volte all'anno
Riforma dell'esercito, 20 miliardi per il periodo 2017-2020
I corsi ripetizione saranno di tre settimane sei volte all'anno

BERNA - È finalmente pronta per le votazioni finali la riforma dell'esercito (Ulteriore sviluppo dell'esercito/Uses). Il Consiglio degli Stati ha eliminato le ultime divergenze col Nazionale esprimendosi a favore di 6 corsi di ripetizione l'anno di tre settimane ciascuno e su un finanziamento di 20 miliardi di franchi per il periodo 2017-2020.

Su quest'ultimo aspetto la sinistra ha tentato in extremis di far desistere il plenum dal fissare un tetto di spesa massimo per l'esercito in un decreto separato.

Visto il prossimo programma di stabilizzazione delle finanze federali, vi è il rischio infatti che ambiti come la ricerca e l'agricoltura vengano chiamati a far sacrifici maggiori di quelli già previsti, hanno sostenuto in aula Géraldine Savary (PS/VD) e Claude Hêche (PS/JU).

Savary ha esortato - invano - il plenum a non cedere alle provocazioni di quelle cerchie che minacciano il referendum contro una riforma loro invisa. Fissare in un decreto separato una somma fissa è inutile: sussiste il rischio che vengano fatte spese non necessarie solo per rispettare i limiti delle uscite, ha messo in guardia.

La destra ha insistito invece sulla necessità di fissare un limite di spesa di 20 miliardi, somma che il Dipartimento federale della difesa potrà modulare come meglio crede ogni anno a seconda delle necessità, affinché la riforma dell'esercito così come concepita possa essere effettivamente realizzata.

Nel corso del suo intervento, il Consigliere federale Guy Parmelin ha sostenuto che 5 miliardi l'anno sono sì necessari, ma probabilmente solo a partire dal 2020. Anche il ministro della difesa ha rammentato il programma di stabilizzazione (50-60 milioni di minori spese per la truppa, n.d.r) programma che - ha tenuto a precisare - «concerne tutti i dipartimenti».

Benché più piccolo - dai 200 mila soldati attuali a 100 mila, 140 mila con le riserve - l'esercito del futuro sarà meglio equipaggiato e in grado di essere mobilitato in tempi rapidi (35 mila soldati in dieci giorni e l'intero esercito in venti).

In futuro, la scuola reclute durerà 18 settimane, invece delle attuali 21, cui si aggiungeranno sei corsi di ripetizione di tre settimane ciascuno.

Il Consiglio federale auspicava sei corsi di due settimane, mentre gli Stati hanno a lungo difeso la proposta di cinque corsi di tre settimane. Alla fine l'ha spuntata il Nazionale. Il Parlamento ha anche optato per tre brigate meccanizzate invece delle due proposte dal Consiglio federale.

Tutti i tentativi della sinistra di ritoccare verso il basso il numero di corsi di ripetizione sono stati bocciati. Il partito socialista voleva anche togliere ogni limite al numero di soldati in ferma continuata. La Camere hanno più volte ribadito che il numero di chi opta per questa possibilità non deve andare oltre il 15% per ogni scuola reclute.

Sempre contro il parere dello schieramento rosso-verde, le Camere hanno voluto mantenere il tiro obbligatorio per i cittadini incorporati. La sinistra non è riuscita nemmeno ad imporsi per quanto riguarda l'istituzione di un organo di mediazione e l'adozione di una carta dei valori.

La sinistra ha dovuto piegarsi anche quando ha proposto di limitare l'impiego dell'esercito in appoggio alle autorità civili in caso di catastrofe o per far fronte a compiti che le autorità civili non possono affrontare da sole in mancanza di mezzi appropriati o di personale specializzato.

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