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I gruppi alle Camere federali PLR, PPD, PBD e Verdi liberali sentiranno oggi i consiglieri nazionali Thomas Aeschi (ZG), Guy Parmelin (VD) e il Consigliere di Stato ticinese
BERNA - Giornata cruciale oggi per i tre candidati UDC alla successione della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf in vista del rinnovo integrale del Consiglio federale in agenda per il 9 di dicembre. I gruppi alle Camere federali PLR, PPD, PBD e Verdi liberali sentiranno i consiglieri nazionali Thomas Aeschi (ZG), Guy Parmelin (VD) e il Consigliere di Stato ticinese Norman Gobbi (Lega/UDC) per le tradizionali audizioni.
Il partito socialista si riunirà nel pomeriggio per decidere se e chi invitare. Un'eventuale audizione di tutti o unicamente alcuni candidati ufficiali si terrà probabilmente solo martedì prossimo, alla vigilia del voto.
I Verdi hanno già deciso di non voler sentire nessuno dei tre: per gli ecologisti, la presenza di un secondo democentrista in governo, accanto al ministro della difesa Ueli Maurer, è inopportuna, tenuto conto delle critiche espresse da questa formazione sulla Convenzione europea dei diritti dell'Uomo.
Ieri sera, nel corso della trasmissione "Classe politique" della televisione romanda, il capogruppo PLR in Parlamento, Ignazio Cassis (TI), ha dichiarato che i rappresentanti del suo partito sotto il "Cupolone" avrebbero scelto uno dei tre candidati ufficiali scelti dall'UDC. Più riservato il capogruppo PPD, Filippo Lombardi (TI), secondo cui è senz'altro necessario eleggere un democentrista nell'esecutivo per ricucire "lo strappo" istituzionale creatosi con l'elezione di Widmer-Schlumpf nel 2007 al posto di Christoph Blocher e l'esclusione della magistrata grigionese dal partito.
L'UDC ha presentato una lista di tre candidati in rappresentanza delle tre lingue ufficiali del Paese. Gli statuti prevedono l'allontanamento dal partito di colui o colei che dovesse accettare un'eventuale elezione senza il via libera del partito. L'Assemblea federale è insomma invitata ad eleggere uno dei tre candidati ufficiali.
Questa clausola è considerata anticostituzionale del Partito socialista, poiché limita la libertà di azione dei parlamentari i quali, come prevede la Costituzione federale, votano senza "senza istruzioni". Tale principio è stato più volte ricordato ieri sera dal capogruppo PS in Parlamento, Roger Nordmann.
