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BERNA - Quante sono le donne incinte che interrompono l'attività professionale prima del parto? A questa domanda oggi non c'è una risposta ma solo delle stime (si parla del 90%). Per questo motivo il Consiglio degli Stati ha - tacitamente - approvato oggi un postulato di Liliane Maury Pasquier (PS/GE) che chiede al governo di studiare il fenomeno e di valutare se occorra agire a livello politico.
Le stime attuali vanno verificate, ha sostenuto la ginevrina. È infatti interessante sapere quante donne interrompano l'attività professionale e per quanto tempo. Il fenomeno può infatti porre problemi per la sicurezza finanziaria delle future madri.
Il rapporto dovrà anche indicare le ragioni di queste interruzioni. A tal proposito Maury Pasquier - di professione levatrice, ndr. - ricorda che la stanchezza può essere sintomo di una patologia e/o costituire un fattore di rischio di parto prematuro.
Nel suo atto parlamentare, la Ginevrina propone di permettere alle donne incinte d'interrompere l'attività professionale almeno due settimane prima del parto. Questa soluzione permetterebbe anche al datore di lavoro di conoscere per tempo e in modo più sicuro la data a partire dalla quale la collaboratrice dovrà essere sostituita.
