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SVIZZERAAumentano gli eccessi verbali nella campagna elettorale

31.08.15 - 10:01
La Commissione federale contro il razzismo ha constatato un imbarbarimento dei toni usati da vari schieramenti politici
Aumentano gli eccessi verbali nella campagna elettorale
La Commissione federale contro il razzismo ha constatato un imbarbarimento dei toni usati da vari schieramenti politici

BERNA - La Commissione federale contro il razzismo (CFR) constata un imbarbarimento dei toni usati da vari schieramenti politici durante la campagna elettorale per le Federali del prossimo ottobre. La Commissione paventa un aumento degli eccessi verbali (stigmatizzazione dell’altro e istigazione all’odio): l’immigrazione e la politica d’asilo sono tra i principali temi trattati dai partiti.

La CFR "ricorda quindi ai partiti e ai politici la loro funzione di modello e il loro dovere di lottare contro le parole e le azioni che potrebbero fomentare l’intolleranza verso le persone e i gruppi più vulnerabili del nostro Paese". Si può, anzi si deve, parlare dei temi che suscitano preoccupazione tra la popolazione: "nessun tema può essere tabù in un sistema democratico degno di questo nome. Che i partiti e i politici esprimano le loro opinioni, reazioni e proposte, è perfettamente legittimo".

La Commissione, però, teme che asilo e immigrazione diventino sempre più un pretesto per propagare parole e scritti che stigmatizzano persone che si sentono minacciate nella loro esistenza e cercano rifugio in Svizzera o altrove. "La democrazia vive di dialogo, opinioni e idee, ma è in serio pericolo quando serve da pretesto per affermazioni degradanti o appelli all’odio e al rifiuto".

Partiti e uomini politici, ribadisce la Commissione, devono tenere un comportamento esemplare e distinguere chiaramente ciò che fa parte del confronto politico, anche aspro, da ciò che invece altro non è che un mezzo per veicolare discriminazione e stigmatizzazione. "E devono condannare senza mezzi termini coloro che pronunciano o scrivono frasi insultanti, degradanti e cariche d’odio. Frasi così non hanno posto in una democrazia".

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