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SVIZZERAPerequazione, sì alla linea dura

03.06.15 - 11:11
Perequazione, sì alla linea dura

BERNA - In merito alla dotazione del fondo destinato alla perequazione delle risorse per il 2016-2019, i cantoni finanziariamente forti dovrebbero versare 196 milioni di franchi in meno all'anno e la Confederazione ottenere uno "sconto" di 134 milioni. Lo ha ribadito oggi il Consiglio nazionale che ha respinto (103 voti a 87) la proposta di compromesso elaborata dalla Conferenza dei governi cantonali (CDC): quest'ultimi si erano messi d'accordo per dimezzare il ribasso proposto dal Consiglio federale (-98 milioni per la Confederazione e -67 milioni per i cantoni "ricchi"). Il dossier ritorna agli Stati.

La Camera dei cantoni ha finora respinto ogni concessione ai cantoni finanziariamente forti e detto di no ad ogni proposta di compromesso.

Più volte la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf ha giustificato questo adeguamento dei versamenti col fatto che la ridistribuzione delle risorse ha già oltrepassato gli obiettivi prefissati: nessun cantone si trova infatti al di sotto dell'85% della media svizzera delle risorse per abitante. Tra il 2012 e il 2014, sono stati addirittura versati 279 milioni di troppo, ha dichiarato la ministra grigionese sia agli Stati lo scorso marzo che oggi al Nazionale.

Davanti al plenum, la consigliera federale ha rispolverato questo ragionamento, chiedendo alla Camera del popolo di confermare quanto già deciso in un primo dibattito e di non lasciarsi irretire dalla proposta di compromesso formulata dalla CDC. "L'adeguamento dei contributi da noi proposto, basato su considerazioni oggettive, rappresenta già un compromesso", ha ricordato Eveline Widmer-Schlumpf.

"Non è il caso di accettare il compromesso del compromesso", ha aggiunto, spiegando che negli anni a venire la percentuale delle risorse per i cantoni considerati deboli rimarrà al di sopra del limite da noi fissato (85%) nonostante la riduzione dei contributi al fondo della perequazione.

La CDC ha elaborato il compromesso dopo che alcuni cantoni "ricchi", in particolare Zugo e Svitto che versano il contributo maggiore per abitante, hanno minacciato il referendum. Questa opzione è stata difesa oggi in aula da Heinz Siegenthaler (PBD/BE, esponente del cantone che riceve il contributo maggiore, 1,3 miliardi di franchi, n.d.r). Siegenthaler ha sottolineato l'importanza di una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti i cantoni, ricchi o poveri che siano: a suo dire si tratta di una soluzione che rafforza la coesione nazionale.

Il consigliere nazionale ha giudicato le minacce di referendum controproducenti, giacché "portano acqua al mulino degli avversari della concorrenza fiscale tra cantoni".

Una minoranza, sostenuta soprattutto da sinistra ma anche da esponenti dei cantoni finanziariamente deboli, ha sostenuto la versione degli Stati che prevede lo status quo, ossia nessun taglio ai contributi. Il giurassiano Jean-Paul Gschwind (PPD) ha sostenuto che le differenze tra i cantoni "ricchi" e "poveri" si sono accentuate nel periodo 2003-2011. I minori contributi al fondo della perequazione non faranno che peggiorare la situazione, a suo dire.

Il consigliere nazionale democristiano ha sostenuto che i deficit di bilancio di cantoni "forti" come Svitto e Zugo non sono dovuti alla perequazione, ma a un potenziale fiscale non sfruttato, ossia in un livello di tassazione molto basso (poco più dell'11%), quasi tre volte inferiore a quanto si chiede agli abitanti del suo cantone. Questa proposta di minoranza è stata tuttavia bocciata dal plenum (115 a 73).

Prima del voto decisivo (commissione e Governo contro Siegenthaler), UDC e PLR hanno difeso la proposta del Consiglio federale, soluzione che si basa sui buoni risultati - la famosa soglia dell'85% - raggiunti dai cantoni meno forti negli anni scorsi. I democentristi hanno ricordato anche gli sforzi per ridurre le uscite (-1 miliardo) che la Confederazione sarà chiamata a fare per il 2016: 196 milioni in meno rappresentano già un buon passo in questa direzione, ha detto Céline Amaudruz (UDC/GE).

Come detto, in aula l'ha spuntata alla fine la posizione del governo difesa da radicali e democentristi e da alcuni esponenti di altri partiti. Vista la rigidità delle posizioni non è escluso che il dossier finisca in conferenza di conciliazione.

A tale proposito, Daniel Vischer (Verdi/ZH) ha fatto presente che gli Stati potrebbero anche respingere il compromesso dei cantoni. "Meglio votare ora per il progetto del Consiglio federale difeso dalla maggioranza della commissione con la speranza di ottenere in conciliazione un compromesso che vada oltre quanto previsto dalla CDC e da Siegenthaler", ha dichiarato.

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