Cerca e trova immobili

SVIZZERA9 febbraio, il progetto governativo non soddisfa l'UDC

26.05.15 - 14:12
"Di questo passo andremo in rovina", ha dichiarato il presidente Toni Brunner
9 febbraio, il progetto governativo non soddisfa l'UDC
"Di questo passo andremo in rovina", ha dichiarato il presidente Toni Brunner

BERNA - Basta tergiversare: il Consiglio federale deve applicare senza esitare l'articolo costituzionale contro l'immigrazione di massa approvato dal popolo il 9 di febbraio 2014. È quanto chiede l'Unione democratica di centro (UDC), secondo cui il progetto governativo non permette di raggiungere gli obiettivi dell'iniziativa popolare, ossia ridurre in maniera sensibile l'immigrazione.

"Finora il Governo non ha fatto nulla per fronteggiare questo problema", ha esordito stamane durante una conferenza stampa il presidente dell'UDC Toni Brunner, preoccupato per le 80mila persone che in media annualmente si stabiliscono in Svizzera in virtù della libera circolazione. "Di questo passo andremo in rovina", ha aggiunto il consigliere nazionale, "deluso" per l'atteggiamento arrendevole dell'Esecutivo di fronte a Bruxelles.

Per Brunner è infatti inaccettabile che il Governo voglia far dipendere la limitazione dell'immigrazione dalla volontà di Bruxelles, che non intende mettere in discussione uno dei pilastri dell'Ue, ossia la libera circolazione. "Il 9 di febbraio il popolo si è espresso contro questo principio, almeno nella sua forma attuale", ha sottolineato Brunner.

Una soluzione che preveda una limitazione solo per gli stranieri di paesi terzi (non Ue e Aels) è inaccettabile e non porterebbe a nulla, giacché per queste categorie di persone esistono già dei contingenti, ha dichiarato il consigliere nazionale sangallese.

No a una seconda votazione - Duro intervento contro il Consiglio federale anche da parte del consigliere nazionale Adrian Amstutz (BE), secondo cui il governo sta solo tergiversando per salvare i bilaterali, e non intende affatto rispettare il mandato costituzionale approvato dal popolo.

A detta del capogruppo UDC alle Camere, il Consiglio federale sta negoziando un accordo istituzionale con Bruxelles che includa anche la libera circolazione, da presentare davanti al popolo, affinché quest'ultimo possa dire sì o no ai bilaterali. Si profila quindi una seconda votazione, come preannunciato lo scorso febbraio dalla consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf durante un viaggio a Singapore e come ventilato nel fine settimana dal presidente del PLR Philipp Müller, ha sostenuto.

Per il deputato bernese, mentre il Consiglio federale fa melina pur di aggirare la volontà popolare, Bruxelles sta a guardare e non fa nulla, nell'attesa che Berna si faccia male da sola. Una tattica "stupida" secondo Amstutz, mentre nel frattempo la Confederazione è presa d'assalto dai lavoratori stranieri. La Svizzera non può sopportare un simile livello d'immigrazione, ha messo in guardia Amstutz, facendo riferimento alla crescente pressione sulle assicurazioni sociali.

Volontà popolare prima di bilaterali - Per il consigliere nazionale bernese, la volontà popolare prevale sugli accordi bilaterali. A suo parere, gli Stati Ue, specie quelli alle nostre frontiere, non hanno alcun interesse a disdire i Bilaterali I con la Confederazione, visto il surplus commerciale che hanno con noi.

Stando al capogruppo democentrista, benché sia giusto non porre un limite massimo all'immigrazione, un livello oscillante tra 30 e 40mila arrivi annui sarebbe accettabile.

Giro di vite nelle assicurazioni sociali - L'urgenza di agire per edulcorare le conseguenze dell'immigrazione incontrollata c'è tutta, dal momento che gli stranieri a carico delle istituzioni sociali sono il doppio rispetto alla popolazione residente totale, ha sostenuto invece Guy Parmelin (UDC/VD). Sempre più persone con passaporto straniero sono a carico dell'Assicurazione invalidità (30,6%), dell'Assistenza (47%) e della Disoccupazione (47,3%).

Per fronteggiare la pressione sulle assicurazioni sociali, l'UDC propone di aumentare il periodo di versamento dei contributi per poter ottenere le relative prestazioni. Due anni di contributi almeno per l'assegno di disoccupazione e due anni di versamenti regolari per l'AVS. L'assistenza sociale dovrebbe invece venir concessa dai cantoni a chi ha lavorato almeno 12 mesi, ha spiegato.

Priorità nazionale anche per i frontalieri - Per frenare l'immigrazione, i democentristi propongono inoltre limiti al raggruppamento famigliare, il rinnovo annuale dei permessi di domicilio B (oggi ogni cinque anni). Anche i permessi per i frontalieri (G) andrebbero limitati a un anno e sottoposti al principio della preferenza nazionale.

A tale proposito, l'UDC propone che i cantoni fissino un tetto massimo di frontalieri per ogni società attiva (es. 50%). Durante la conferenza stampa è stato evocato il caso ticinese, con aziende che occupano solo frontalieri, una situazione non più accettabile secondo il partito di Toni Brunner. Per ridurre il carico amministrativo, tutti i cantoni dovranno introdurre un sistema di autorizzazione rapido e sotto forma elettronica.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE