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SVIZZERAResidenze secondarie, il dibattito è terminato

04.03.15 - 09:25
La nuova legge è stata approvata a larga maggioranza
Residenze secondarie, il dibattito è terminato
La nuova legge è stata approvata a larga maggioranza

BERNA - È terminato senza sorprese al Consiglio nazionale il lungo dibattito, iniziato ieri, sulla nuova Legge sulle abitazioni secondarie. Dopo il compromesso raggiunto lunedì fuori dall'aula del Parlamento tra Vera Weber e i partiti PLR-UDC, praticamente tutti gli ostacoli sono stati tolti, tanto che al voto finale la legislazione d'applicazione della cosiddetta iniziativa Weber è stata largamente approvata: 143 i voti favorevoli, solo 6 i contrari e 47 gli astenuti, essenzialmente provenienti dai banchi PPD, PBD e Verdi.

In base all'accordo di lunedì, la fondazione Helvetia Nostra - all'origine dell'iniziativa - rinuncia al referendum contro la nuova legge se il Parlamento applicherà una versione più restrittiva di quanto finora proposto. Ieri la Camera del popolo ha accettato di stringere un po' i bulloni, segnatamente per quel che concerne la costruzione di nuove abitazioni sfruttate a scopi turistici, la trasformazione in case di vacanze di edifici storici e vecchi alberghi non più redditizi.

Contenti di questo compromesso, anche i socialisti, come riferito da Roger Nordmann (PS/VD), hanno deciso di sostenere le nuova legislazione. "Pensavano di rifiutare la legge al momento del voto finale e di lanciare un referendum", ma l'accordo tra Weber e UDC-PLR ci soddisfa, ha affermato il vodese.

Gli unici ad essere rimasti scontenti dell'esito delle discussioni sono stati PPD e PBD. In nome della difesa delle regioni di montagna, questi due partiti durante i dibattiti hanno più volte - invano - tentato di introdurre eccezioni al divieto di costruire residenze secondarie nei comuni dove queste superano il 20% del totale delle abitazioni.

Anche i Verdi non sono rimasti particolarmente soddisfatti dell'esito delle discussioni. In particolare per quel che concerne la via da seguire per gli edifici costruiti prima dell'11 marzo 2012, data di approvazione dell'iniziativa Weber.

I Verdi avrebbero voluto limitare la possibilità per i proprietari di residenze principali di trasformare il loro immobile in alloggio di vacanza per poi costruire una nuova casa in periferia. Questo fenomeno darebbe vita a quello che Christian van Singer (Verdi/PS) ha chiamato "effetto ciambella", ossia la trasformazione dei centri delle località turistiche in villaggi fantasma.

Durante la campagna prima della votazione, i promotori dell'iniziativa avevano assicurato che le costruzioni esistenti non sarebbero state interessate, ha però ricordato Yannick Buttet (PPD/VS) a nome della commissione. "Lo scopo dell'iniziativa è infatti limitare la dispersione del territorio e non impedire una modifica d'utilizzazione di una casa già costruita", ha aggiunto.

Con 118 voti contro 77, la Camera del popolo ha poi deciso che le case di vacanza costruite prima dell'11 marzo 2012 potranno essere ampliate fino a un massimo del 30% delle superfici utili principali. La sinistra e i Verdi liberali avrebbero voluto allinearsi alla decisione degli Stati che voleva introdurre un doppio limite: massimo 30% delle superfici utili principali, ma non più di 30 metri quadrati.

Per Silva Semadeni (PS/GR) sopprimere la limitazione dei 30 metri quadrati costituisce un favore ai ricchi, dato che saranno solo loro a trarne beneficio. "È vero il contrario", ha replicato Christian Wasserfallen (PLR/BE). Per il bernese sono i proprietari di residenze più piccole che hanno maggiori necessità di ingrandire i locali.

Il Nazionale ha poi rinunciato - con 173 voti contro 22 e un'astensione - a dichiarare urgente la nuova legge. Se lo avesse fatto, e gli Stati avessero confermato questa scelta, la normativa sarebbe rimasta in vigore per un anno anche se il popolo si fosse opposto con un referendum.

Oggi molti parlamentari hanno sottolineato che, visto l'accordo raggiunto lunedì tra Vera Weber e i partiti PLR-UDC, l'applicazione urgente non ha più ragione di esistere. La consigliera federale Doris Leuthard ha dichiarato di essere sollevata da questa scelta.

La ministra del territorio ha ricordato che la legge non è direttamente applicabile; occorre infatti la redazione di un'ordinanza. Un'applicazione urgente avrebbe causato confusione e incertezza giuridica, ha sottolineato.

Il dossier torna al Consiglio degli Stati per l'esame delle divergenze. Il dibattito è in agenda per lunedì della prossima settimana.

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