La Svizzera punta molto sulla prevenzione, specie per quanto riguarda i "foreign fighters"
BERNA - La strategia globale per lottare contro il terrorismo dovrebbe essere pronta entro l'estate 2015. Lo ha dichiarato stamane il ministro degli esteri Didier Burkhalter durante i dibattiti al Consiglio degli Stati, sottolineando che la Svizzera punta molto sulla prevenzione, specie per quanto riguarda i "foreign fighters", ossia quei combattenti stranieri attivi in Siria e Iraq in seno allo Stato islamico, fenomeno che tocca anche la Confederazione.
Stando al Consigliere federale, che rispondeva a un'interpellanza del "senatore" Hans Stöckli (PS/SO), mai come oggi il fenomeno del terrorismo ha occupato il Consiglio federale, e in particolare alcuni suoi membri, specie negli ultimi tempo caratterizzati dalla recrudescenza di attentati compiuti in Europa.
A livello internazionale, la Svizzera è da anni impegnata nella lotta al terrorismo, tema diventato prioritario come prova la strategia di politica estera e di sicurezza del 2012. Burkhalter ha poi fatto accenno alla profonda cooperazione internazionale in questo settore, non solo a livello politico, ma anche operativo, mediante lo scambio di informazioni e di esperienze.
A livello interno, la strategia dell'esecutivo si muove lungo quattro assi, ha detto Burkhalter, e si ispira a un documento dell'Onu risalente al 2006: la prevenzione, la protezione, il perseguimento e la preparazione alle crisi. Come dimostra anche il recente rapporto sul tema redatto dal gruppo TETRA, la Svizzera intende puntare molto sulla prevenzione per identificare per tempo i potenziali combattenti residenti in Svizzera.
Sono inoltre allo studio programmi di "de-radicalizzazione" per giovani attirati dalle sirene dello Stato islamico, e l'istituzione di una "hotline" telefonica, strumento che potrebbe essere d'aiuto per quelle famiglie confrontate con fenomeni di estremismo. A livello internazionale, la Svizzera sostiene già programmi simili in Nigeria, Mali e Bangladesh.
Sempre in relazione alla radicalizzazione, il consigliere federale ha ricordato l'importanza data all'integrazione dei giovani nella società quale elemento cardine per limitare il fenomeno.
Circa i controlli sul territorio nazionale, "abbiamo inoltre aumentato, anche se non in maniera massiccia, i posti in seno ai servizi segreti e i mezzi destinati ai cantoni per la protezione dello Stato". A ciò si aggiungono vari atti normativi, come la nuova legge sui servizi d'informazione che sarà discussa durante questa sessione, che dovrebbero permettere una migliorare sorveglianza del fenomeno.