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SVIZZERAChristoph Blocher denuncia: "È un colpo di Stato"

28.02.15 - 12:42
Blocher accusa la Berna federale: "La gente guadagna di meno e le imprese fanno meno utili"
Christoph Blocher denuncia: "È un colpo di Stato"
Blocher accusa la Berna federale: "La gente guadagna di meno e le imprese fanno meno utili"

NOTWILL - Autodeterminata e indipendente, senza leggi e giudici stranieri, con uno stato snello che garantisca a tutti una bassa pressione fiscale e che promuova una politica coerente in materia di asilo e stranieri: questa la visione UDC della Svizzera, secondo il programma per i prossimi quattro anni approvato oggi da oltre 400 delegati in assemblea a Nottwil, nel canton Lucerna.

Il vicepresidente del partito Christoph Blocher è insorto contro la lenta perdita della sovranità della Svizzera, denunciando un "colpo di Stato" il cui obbiettivo è, a suo avviso, evidente: allontanare il popolo dal potere. Blocher ha accusato la Berna federale di far perdere alla Svizzera la sua indipendenza.

Per la prima volta dalla fondazione dello stato federale del 1848 - ha continuato l'ex ministro di giustizia - a Berna vi è una maggioranza di sinistra nell'esecutivo e nel parlamento. Questo ha conseguenze sulla vita quotidiana dei cittadini, con una maggiore ingerenza dello stato, più burocrazia, più tasse e minore libertà. Un quadro che peggiora anche il benessere dei cittadini: i primi segnali, secondo Blocher, stanno già arrivando, con la contrazione delle entrate fiscali.

Anche il presidente Toni Brunner ha parlato di una Svizzera sotto pressione, dall'esterno ma anche dall'interno. L'UDC è però pronta a difendere l'indipendenza del paese, a cominciare dai rapporti con l'Unione europea: il partito lancerà l'iniziativa "Diritto svizzero invece di giudici stranieri". La raccolta delle firme inizierà ufficialmente a metà marzo, ha precisato.

Brunner ha anche parlato dell'importanza della neutralità e del federalismo: a questo proposito il consigliere nazionale sangallese ha denunciato la tendenza a centralizzare e ad armonizzare, con effetti a cascata negativi per i comuni e i cantoni. Il cittadino inoltre vede sempre più in pericolo la sua sfera privata: lo stato si fa da lui finanziare ma non gli dà fiducia, ciò che secondo Brunner non può essere.

Per quanto riguarda asilo e stranieri il capogruppo Adrian Amstutz ha mostrato idee chiare: se negli ultimi 25 anni si fossero seguite le ricette democentriste "oggi la Svizzera avrebbe numerosi problemi in meno". L'iniziativa contro l'immigrazione di massa ha permesso di tirare il freno d'emergenza: si tratta ora di vigilare affinché sia applicata correttamente. Se necessario anche attraverso il lancio di una seconda iniziativa, nel caso in cui Consiglio federale e parlamento dovessero rifiutare di svolgere il loro compito.

Il consigliere nazionale Christoph Mörgeli ha poi parlato in dettaglio del programma di partito 2015-2019 - un documento di 70 pagine intitolato "UDC - Il partito per la Svizzera" - ricordando che il benessere del paese non è dato: è frutto di duro lavoro e di un impegno costante. L'UDC - ha constatato Mörgeli - si trova ad avere posizioni diverse dagli altri partiti in moltissimi settori: politica estera, economia, sicurezza, stranieri, asilo, religione, formazione, traffico, energia e media. "Anche per questo veniamo attaccati e infangati", ha sostenuto.

Eppure passati alcuni anni o magari decenni alla fine la realtà dà ragione alle posizioni UDC, ha osservato Mörgeli. "È proprio questo che gli altri partiti e i media non ci perdonano." Il partito pensava in modo corretto sull'Ue, che è una costruzione sbagliata; sull'euro, che è un prodotto ideologico; sulla libera circolazione, perché ha portato un'immigrazione di massa; su Schengen, che non funziona e aumenta l'insicurezza; sulla LAMal, che ha comportato un'esplosione dei premi; sui pericoli dell'Islam; sulla ridistribuzione della ricchezza in senso socialista, che causa svantaggi al ceto medio; e, infine, sugli abusi in materia di socialità.

Secondo Mörgeli l'UDC è l'unico partito che osa affrontare la realtà mettendo i problemi suol tavolo e facendo ordine in casa. "Il nostro compito è chiaro, anche per i prossimi quattro anni: il nostro compito è la Svizzera", ha concluso.

La discussione sul programma è stata vivace, con 23 proposte di cambiamento, circa la metà delle quali accolte. L'assemblea ha per esempio approvato la proposta della sezione vallesana di inserire nel testo il divieto di portare il velo negli spazi pubblici. Sì pure al principio di privilegiare le lingue nazionali nell'apprendimento di idiomi stranieri.

Respinta per contro l'idea di limitare le domande d'asilo provenienti da paesi in cui vengono reclutati o formati islamisti. Molto discussa è stato il Lehrplan 21: il piano d'insegnamento per i cantoni svizzerotedeschi continuerà ad essere osteggiato e non solamente "accompagnato criticamente" come suggerivano taluni.

Il programma è stato poi approvato per acclamazione e senza voti contrari. Il consigliere federale Ueli Maurer ha parlato di un testo "eccellente", che è però ancora solo sulla carta: spetta ora al partito portare le idee nella campagna elettorale. Brandendo la nuova mascotte del partito, il peluche di un pastore bernese con il nome Willy, il ministro della difesa ha invitato ad avere il coraggio delle proprie opinioni, in contrapposizione al pensiero unico dominante.

Sui valori e sull'identità della nazione alla luce del dibattito religioso è infine intervenuto il consigliere di stato vallesano Oskar Freysinger, che ha parlato di un paese sovrano in cui i cittadini hanno anche doveri, non solo diritti. Si tratta di integrare gli immigrati dall'area islamica espellendo i jihadisti: altrimenti si rischia una spaccatura nella società, perché sistemi di valore differenti si faranno concorrenza, ha osservato.

"Non dobbiamo assolutamente rinunciare ai valori che hanno formato il nostro paese", ha proseguito Freysinger: al contrario, bisogna andarne fieri. Secondo il consigliere nazionale occorre essere rigidi in questioni come il porto del velo o la partecipazione delle alunne alle lezioni di nuoto. Basta quindi con la tolleranza di facciata dei socialisti.

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