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SVIZZERAFranco forte, "il partenariato sociale va rafforzato"

29.01.15 - 17:34
Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha discusso di misure a medio e corto termine per affrontare la situazione attuale
Franco forte, "il partenariato sociale va rafforzato"
Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha discusso di misure a medio e corto termine per affrontare la situazione attuale

BERNA - Il partenariato sociale avrà un ruolo fondamentale per affrontare le sfide che attendono l'economia elvetica, messa sotto pressione in seguito alla decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di abolire il tasso minimo di cambio tra franco ed euro. Lo ha detto il consigliere federale Johann Schneider-Ammann alla stampa al termine di una tavola rotonda sul problema della forza del franco organizzata oggi a Berna con i partner sociali. Un prossimo incontro è in agenda a fine febbraio.

Nel corso della tavola rotonda - a cui ne seguiranno altre a scadenze regolari - è chiaramente emersa la necessità di intervenire: si è discusso di misure a corto e medio termine, ha rilevato il ministro dell'economia. Presenti all'incontro, oltre al consigliere federale, i presidenti dell'Unione svizzera degli imprenditori (USI), e rappresentanti di Economiesuisse, dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), dell'Unione sindacale svizzera (USS) e di Travail Suisse.

Per sostenere le aziende colpite dalla crisi del franco forte si sono già fatti passi concreti: "ieri abbiamo comunicato la decisione di introdurre la possibilità di richiedere indennità per lavoro ridotto (ILR) e le ditte possono farvi ricorso da subito", a patto che soddisfino i requisiti necessari, ha detto il consigliere federale.

Schneider-Ammann ha sottolineato che per ora non bisognerà procedere ad alcun programma congiunturale per rivitalizzare l'economia, e questo malgrado ieri il KOF abbia previsto un arretramento per l'economia elvetica. "Non andiamo in direzione di una forte recessione, quindi non è necessario un programma di questo tipo".

"La situazione è preoccupante ma non drammatica", ha sottolineato: "ci troviamo in una situazione nuova, diversa e impegnativa; nessuno sa dove andiamo". L'importante è che le parti sociali si avvicinino l'un l'altro, e ciò sta avvenendo.

Interpellato in merito ai primi licenziamenti - ad esempio quelli annunciati oggi dall'azienda Solo Swiss di Porrentruy, nel Giura - dovuti alla forza del franco, il consigliere federale ha affermato "mi dispiace per ogni impiego che deve essere sacrificato a causa di questa situazione". La politica tenterà, assieme alle parti sociali, "di difendere i posti di lavoro" in Svizzera.

Facendo riferimento alle richieste dell'USAM, che proprio oggi ha esortato il Consiglio federale ad agire in maniera determinata contro le conseguenze del franco forte, investendo 100 milioni di franchi supplementari all'anno nella formazione professionale superiore, il ministro ha precisato che la formazione fa parte delle condizioni generali che bisognerà migliorare a lungo termine. Nel corso della tavola rotonda non è stata discussa alcuna cifra, ma nel corso del prossimo messaggio sulla formazione verranno avanzate proposte più concrete.

Nessuna pressione verrà fatta alla BNS: è un istituto del tutto indipendente, ha affermato Schneider-Ammann, "mi aspetto che facciano il loro lavoro".

Dal canto suo il presidente dell'USS e consigliere agli Stati Paul Rechsteiner (PS/SG) ha sottolineato che è giunto il momento di rendersi conto che la situazione è problematica. La decisione di ieri di introdurre le indennità ILR è un piccolo passo, ma ci vogliono anche altre risposte al problema. Non tocca ai dipendenti farsi carico dei rischi legati alla forza del franco: la minaccia dei licenziamenti non può certo essere evitata solo con la disoccupazione parziale.

"Se la moneta è in grado di far cadere il paese in una crisi, allora bisogna ripensare l'intero sistema", ha affermato il presidente dell'USS, secondo cui ora tocca alla BNS agire, reintroducendo un tasso minimo di cambio: 1.20 franchi per ogni euro sarebbe un "livello ragionevole".

È chiaro che la BNS è un organo indipendente, ma il suo compito è di operare una politica monetaria che sia nell'interesse della Svizzera ed evitare la crisi, ha concluso Rechsteiner.

Ats

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