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BERNA - Il Dipartimento federale dell'ambiente (DATEC) ha posto ieri in consultazione fino al 31 marzo una bozza di ordinanza di applicazione dopo che il parlamento, in marzo, ha approvato una modifica della legge sulla protezione delle acque (LPAc). È tra l'altro previsto che gli impianti di depurazione possano riscuotere una tassa di nove franchi per ogni abitante allacciato. La revisione servirà inoltre ad armonizzare le norme sulla valutazione dello stato delle acque.
Con il potenziamento della rete di impianti di depurazione delle acque a partire dagli anni Ottanta, è stato notevolmente ridotto l'impatto da sostanze nutritive. Ma i fiumi contengono sempre più ormoni, prodotti chimici e fitosanitari, che inquinano l'acqua potabile già a concentrazioni molto basse, ricorda un comunicato odierno del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC). Da qui è sorta la necessità di finanziare a livello nazionale il potenziamento di un centinaio di stazioni di depurazione, dotandole di un "filtraggio" supplementare per eliminare i microinquinanti.
La modifica dell'ordinanza disciplina la partecipazione finanziaria della Confederazione ai lavori di risanamento e i criteri per stabilire gli impianti da potenziare. Si valuta che la nuova tassa frutterà circa 45 milioni di franchi all'anno, che dovrebbero coprire i tre quarti dei costi effettivi. Affinché i Cantoni possano verificare l'efficacia delle misure attuate, la revisione propone un nuovo metodo di valutazione uniforme per l'impatto sulla fauna e la flora acquatica.
La revisione prevede anche altre misure, tra cui una modifica che interessa le zone di protezione delle acque sotterranee nelle regioni carsiche. L'ordinanza introduce poi precisazioni sullo spazio riservato alle acque. Si tratta di norme per colture perenni, strade di collegamento e corsi d'acqua molto piccoli.
Ats
