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SVIZZERA1,12 miliardi di franchi per la cultura

28.11.14 - 15:30
E' quanto stanzierà la Confederazione negli anni 2016-2020
1,12 miliardi di franchi per la cultura
E' quanto stanzierà la Confederazione negli anni 2016-2020

BERNA - Per la politica culturale della Confederazione negli anni 2016-2020 il Consiglio federale prevede un importo complessivo di 1,12 miliardi di franchi, pari ad un aumento annuo medio del 3,4% (65 milioni di franchi) rispetto al periodo 2012-2015. I soldi serviranno a finanziare progetti molto diversi, da un programma "Gioventù+Musica" in ossequio alla volontà popolare fino alla promozione dell'italiano nella Svizzera nordalpina passando per il sostegno al design e a ai media digitali interattivi. Il governo ha trasmesso oggi il messaggio al parlamento.

"La cultura è il cemento della società, è destinata a tutta la popolazione", ha esordito in una conferenza stampa dopo la riunione del governo il capo del Dipartimento federale dell'interno (DFI) Alain Berset.

Il Consiglio federale ha privilegiato tre assi principali per lo sviluppo della politica culturale, ossia partecipazione, coesione sociale e innovazione. In termini di partecipazione, che va intesa come "pratica di un'attività culturale ma anche come fruizione", spicca la musica. Il governo ha tenuto conto della votazione del settembre 2012 (72,7% di "sì") a favore dell'articolo costituzionale in favore della promozione della formazione musicale tra bambini e giovani. Sul modello del programma "Gioventù+Sport", il governo vuole realizzare "Gioventù+Musica".

Più soldi per volontà del parlamento

L'aumento dei crediti dipende in parte proprio da questa nuova competenza della Confederazione, ha spiegato Berset. Ma è anche la conseguenza di decisioni degli scorsi anni del parlamento, che ha avallato l'estensione della sede di Zurigo del Museo nazionale svizzero e della Cineteca svizzera di Losanna.

"Il governo ha inoltre concesso aumenti di credito a settori giudicati prioritari, come il programma di promozione degli investimenti cinematografici in Svizzera (PICS)", ha aggiunto la direttrice dell'Ufficio federale della cultura (UFC) Isabelle Chassot, precisando che per altri ambiti i crediti rimangono immutati.

Il governo ha l'obiettivo di intensificare il dialogo, avviato nel 2011, fra Confederazione, Cantoni e Comuni non da ultimo per rendere economicamente più efficiente la politica culturale, ha affermato Berset.

Il cinema è il settore che più beneficia degli aiuti federali (253,9 milioni per i cinque anni). Segue Pro Helvetia con 210,9 milioni, destinati in gran parte agli scambi culturali e alla presenza svizzera all'estero.

Accanto alla musica, il governo intende migliorare l'accesso alle collezioni d'arte della Confederazione su internet e promuovere la lettura, ad esempio sostenendo festival per bambini con una valenza sovracantonale. "La Confederazione non intende affatto interferire con i Cantoni, i soli competenti in materia di pubblica educazione", ha assicurato Chassot.

Promozione dell'italiano

Dal punto di vista della coesione sociale, il Consiglio federale prevede soprattutto di intensificare gli scambi culturali e scolastici tra le regioni, sostenere maggiormente le traduzioni letterarie, migliorare la condizione degli Jenish quale minoranza culturale, sviluppare una strategia per la cultura architettonica e promuovere l'italiano al di fuori del Ticino e del Grigioni italiano. A questo proposito la Berna federale incoraggerà in particolare l'offerta facoltativa dell'italiano nei licei e gli scambi culturali, ha detto Chassot.

La valorizzazione della creazione e dell'innovazione costituisce il terzo polo della politica culturale federale. Con il PICS il governo intende promuovere la realizzazione di film sul territorio nazionale. Anche il sostegno a design e media digitali interattivi migliorerà e la presenza della creazione svizzera all'estero sarà rafforzata. Quanto alle attività fuori dai confini nazionali, Berset ha insistito anche sull'obiettivo di reintegrare a pieno titolo il programma MEDIA dell'Ue dopo il voto del 9 febbraio.

Il messaggio riguarda eccezionalmente un periodo di cinque, e non quattro anni. La sua scadenza si armonizza così con quella dei programmi di finanziamento pluriennali in altri settori, ha spiegato Berset.

Ats

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