Cerca e trova immobili

SVIZZERAPreventivo 2015, maggioranza di centro-destra a sostegno dell'agricoltura

25.11.14 - 11:49
Preventivo 2015, maggioranza di centro-destra a sostegno dell'agricoltura

BERNA - Una maggioranza di centro e di destra sembra disposta a sostenere l'agricoltura nel voto sul preventivo per l'anno prossimo. Nel dibattito generale i tagli di 130 milioni nel settore primario voluti dal Consiglio federale sono stati spesso denunciati. Non è esclusa una compensazione a spese dell'aiuto allo sviluppo, anche se PS, Verdi, Verdi liberali (PVL), Partito borghese democratico (PBD) ed esponenti di PPD e PLR vi sono opposti.

La discussione generale riflette l'esito dei lavori nella Commissione delle finanze (CdF), che ha preparato il dossier per il plenum. In totale, nel budget 2015 sono previste uscite per 67,03 miliardi ed entrate per 67,66 miliardi, con un'eccedenza di circa 600 milioni, hanno ricordato le portavoce commissionali Petra Gössi (PLR/SZ) e Céline Amaudruz (UDC/GE).

Nel preventivo, il governo aveva incluso i tagli chiesti dal parlamento con il Programma di consolidamento e di verifica dei compiti (PCon). Nel complesso, gli sgravi ammontavano a circa 700 milioni, 130 dei quali nell'agricoltura.

Per la maggioranza della commissione questo taglio al settore primario è però eccessivo. La Politica agricola 2014-2017 (PA 14-17) è appena stata riformata e i contadini devono guadagnare a sufficienza per poter procedere ad investimenti con una certa sicurezza. La CdF ha dunque limitato a 20 milioni di franchi i risparmi imposti al settore.

A debole maggioranza - 13 voti contro 11 - la commissione ha pure raccomandato di rinunciare a crediti di 99 milioni di franchi per l'aiuto allo sviluppo, generando di fatto un'opposizione tra agricoltori svizzeri e sostegno al Terzo mondo, denunciata da PS e Verdi.

Marina Carobbio Guscetti (PS/TI) ha denunciato una proposta "demagogica" e stigmatizzato l'atteggiamento incoerente di chi a destra sostiene la preminenza dell'aiuto sul posto come strumento per frenare l'immigrazione.

Philipp Hadorn (PS/SO) ha parlato di "autentica isteria" in un contesto finanziariamente sano, segnato da eccedenze dei conti della Confederazione. A suo avviso, i tagli di 700 milioni sono un modo per poi andare incontro agli imprenditori nel quadro della Riforma III dell'imposizione delle imprese (volta a eliminare gli statuti fiscali applicati dai Cantoni alle società holding, alle società di domicilio e quelle miste).

Di tutt'altro parere Adrian Amstutz (UDC/BE), che ha denunciato la spirale di crescita che caratterizza le uscite della Confederazione: nel 1990 questa ha speso 31,5 miliardi, nel 2017 le uscite previste ammontano a 71,5 miliardi. Dati i tassi a un minimo da record e la buona congiuntura, è il momento di risparmiare in vista di tempi difficili, ha affermato. Il democentrista, difendendo l'agricoltura, ha denunciato in particolare la moltiplicazione del ricorso a servizi di consulenza esterni per compiti che dovrebbero essere assunti dall'amministrazione federale. L'UDC nella discussione di dettaglio proporrà una serie di tagli per un totale di 960 milioni.

Il dibattito è ruotato in gran parte attorno all'agricoltura e all'aiuto allo sviluppo. Leo Müller (PPD/LU) ha accusato il governo di non aver mai mancato così spudoratamente alle sue promesse come fatto con l'agricoltura. Il democristiano ha citato il capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) Johann Schneider-Ammann che in passato ha più volte garantito stabilità finanziaria ai contadini. La responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF) Eveline Widmer-Schlumpf ha replicato ricordando che il governo ha parlato di condizioni quadro finanziarie, che non possono essere intese come eterne. Il Consiglio federale fa "politica finanziaria".

Jean-Paul Gschwind (PPD/JU), difendendo l'agricoltura, ha fatto notare che, proporzionalmente, la collaborazione internazionale ha fatto segnare la maggior progressione delle spese nelle proposte del governo. Ma il giurassiano si opporrà a tagli nel settore, che metterebbero in discussione l'immagine della Svizzera.

Una posizione analoga è stata difesa anche da esponenti del PLR. Per Albert Vitali (LU) l'obiettivo dello 0,5% del Prodotto nazionale lordo (Pnl) da destinare all'aiuto allo sviluppo entro l'anno prossimo è giusto. I tagli proposti dalla CdF non possono quindi essere sostenuti.

A nome dei Verdi liberali (PVL) Roland Fischer (LU) si è espresso per una simmetria nei sacrifici: "non è logico che solo l'agricoltura sia esclusa dai vincoli del PCon". Analoga la posizione di Urs Gasche (PBD/BE).

Più radicali i Verdi. Yvonne Gilli (SG) ha parlato di "polarizzazione contro natura" di aiuto allo sviluppo e agricoltura, bocciando con fermezza i tagli al primo e i privilegi per la seconda, pur riconoscendo le difficoltà del settore primario elvetico. "Si privilegerebbero i contadini svizzeri a spese di quelli del sud del Mondo", ha denunciato Daniel Vischer (ZH).

Widmer-Schlumpf ha difeso il budget nella versione del Consiglio federale. I risparmi complessivamente "non sono molto consistenti" e sono "equilibrati". Ha ricordato che il budget è basato su un'inflazione teorica dell'1,5%, benché il tasso sia in realtà assai più contenuto. I tagli sono quindi meno rilevanti di quanto sembri. Senza PCon, anche per l'agricoltura nel 2016 si rischiano "problemi seri".

Il Nazionale ha iniziato il dibattito di dettaglio.

Ats

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE