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BERNA"La moneta di carta si sgretola, l'oro invece no"

23.10.14 - 13:27
E' lo slogan dell'iniziativa UDC che vuole obbligare a detenere almeno il 20% degli attivi sotto forma di oro
"La moneta di carta si sgretola, l'oro invece no"
E' lo slogan dell'iniziativa UDC che vuole obbligare a detenere almeno il 20% degli attivi sotto forma di oro

BERNA - "La moneta di carta si sgretola, l'oro invece no". È con questo slogan che il consigliere nazionale Luzi Stamm (UDC/AG) ha raccomandato oggi a popolo e cantoni di approvare, il prossimo 30 novembre, l'iniziativa democentrista che vuole obbligare la Banca nazionale svizzera (BNS) a detenere almeno il 20% degli attivi sotto forma di oro. In futuro, tali riserve non potrebbero essere vendute.

Secondo i promotori dell'iniziativa - depositata nel 2013 con 106'052 firme valide - il mantenimento di 1040 tonnellate di metallo giallo è indispensabile per garantire la stabilità del franco svizzero, proteggere il risparmio privato, come pure il livello dei salari, delle rendite e delle pensioni.

Secondo Stamm, le massicce vendite di oro a prezzi bassi tra la fine degli anni '90 del secolo scorso e gli inizi del 2000, hanno indebolito la credibilità della BNS e limitato il suo margine di azione. Il fatto di mantenere importanti quantità di oro all'estero, inoltre, "rende la Svizzera ricattabile".

Per il deputato democentrista, la richiesta fatta all'istituto centrale di ricostituire le riserve auree fino ad un minino del 20% degli attivi non impedirà ai banchieri centrali di perseguire la propria politica monetaria di sostegno al franco svizzero, stampando moneta, come deciso nel 2011 quando è stato stabilito un tasso di cambio fisso con l'euro.

Per Stamm, non è accettabile che un direttorio composto di 3 persone possa decidere da solo il destino dell'oro: "non è possibile vendere l'argenteria di famiglia facendo finta di nulla", ha spiegato.

Per millenni l'oro è stato un mezzo di pagamento diffuso e apprezzato, ha affermato il consigliere nazionale Lukas Reimann (UDC/SG). Diversamente dalla carta moneta, non si lascia riprodurre né manipolare. A lungo termine, "l'oro rimane il mezzo più sicuro e stabile di pagamento, specie in un periodo come quello attuale con le banche centrali, compresa la BNS, che stampano moneta a più non posso".

Reimann ha accennato alle enormi quantità di euro - 400 miliardi - nei bilanci della Banca nazionale svizzera, somma che rappresenta un grosso rischio viste le attuali turbolenze monetarie, rischio che solo riserve auree adeguate possono mitigare. A detta del consigliere nazionale, l'iniziativa chiede semplicemente alla BNS di diversificare gli attivi, seguendo l'esempio di quelle persone facoltose "che comprano oro per assicurarsi un futuro in caso di problemi". La gente comune, ha avvertito, non ha questa possibilità di diversificazione.

A parere di Reimann, si tratta di un'ovvietà, tanto che gli istituti di emissioni dei paesi confinanti possiedono riserve auree che vanno oltre il 70% degli attivi, mentre quelle della BNS sono scese sotto il 10%".

Per l'ex consigliere nazionale Ulrich Schlüer (UDC/ZH), le importanti vendite di oro della BNS eseguite in passato non hanno fatto gli interessi della popolazione. "Le riserve d'oro rappresentano la ricchezza del Paese, con cui non si può fare quello che si vuole", ha tuonato.

Grazie a questo metallo prezioso, in caso di crisi la Svizzera potrebbe sempre acquistare all'estero i beni di cui ha bisogno, dal momento che sua moneta godrebbe di una fiducia intatta. "È chiaro che la BNS deve essere libera di intervenire, ma per farlo deve avere le spalle coperte", ha aggiunto.

Secondo Schlüer, l'attuale politica monetaria della BNS non è più al servizio dei cittadini di questo paese, ma della Banca centrale europea e del suo presidente Mario Draghi. A suo avviso, non è iniettando miliardi di euro a tasso zero nell'economia, o comprando titoli di Stato, che l'Europa uscirà dalla crisi attuale". Una simile politica monetaria di bassi tassi d'interesse penalizza i risparmiatori e non farà che aggiungere nuovi debiti a quelli preesistenti.

L'iniziativa lanciata da ambienti vicini all'UDC è osteggiata da gran parte del mondo politico ed economico. Al Consiglio degli Stati è stata respinta tacitamente e al Nazionale ha trovato solo 20 sostenitori.

A fine 2013, gli attivi della BNS erano valutati nel bilancio a 490 miliardi di franchi. La parte dell'oro, valutata a 35,6 miliardi, corrispondeva a circa il 7%.

ats




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