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SVIZZERA"E' ora che i cittadini dell'UE in cerca di lavoro vengano esclusi dall'assistenza"

22.10.14 - 15:05
"E' ora che i cittadini dell'UE in cerca di lavoro vengano esclusi dall'assistenza"

BERNA - L'esclusione dall'aiuto sociale dei cittadini dell'Unione europea che vengono in Svizzera per cercare lavoro è generalmente ben accolta nell'ambito della procedura di consultazione che si conclude oggi. Non mancano però le critiche, in particolare per quanto concerne le disposizioni in materia di diritto di soggiorno in caso di perdita dell'impiego.

La modifica della legge federale sugli stranieri (LStr) e dell'ordinanza sull'introduzione della libera circolazione delle persone (OLCP) era stata annunciata a metà gennaio, quindi poco prima dell'approvazione alle urne dell'iniziativa sull'immigrazione di massa. In base al progetto i cittadini dell'UE, così come i loro congiunti, che giungono nella Confederazione alla ricerca di un impiego non possono più beneficiare dell'aiuto sociale.

Il governo vuole inoltre precisare a quali condizioni i cittadini dell'UE e dell'AELS (Norvegia, Islanda e Liechtenstein) perdono il diritto di soggiorno quando non hanno più un lavoro e non percepiscono più indennità di disoccupazione. In un rapporto la Commissione della gestione del Consiglio nazionale aveva criticato le differenti prassi nei vari cantoni.

UDC, PLR, PPD e PBD si sono detti d'accordo: è ora che i cittadini dell'UE in cerca di lavoro vengano esclusi dall'assistenza. Nella loro risposta i democentristi hanno sottolineato che il Consiglio federale ha ammesso questa misura solo nel quadro della campagna contro la loro iniziativa sull'immigrazione di massa.

L'UDC vorrebbe anche un'estromissione dal soccorso d'emergenza, che in taluni cantoni è solo di poco inferiore all'aiuto sociale. Basandosi sulle richieste per l'attuazione della propria iniziativa il partito auspica inoltre ulteriori limitazioni in materia di diritto all'assistenza sociale, alle indennità di disoccupazione e all'AVS.

PLR e PPD rilevano che molte delle misure proposte sono già previste nell'accordo sulla libera circolazione. "La Svizzera dovrebbe solo applicarle", affermano i liberali radicali. Anch'essi chiedono complementi, ad esempio che i permessi di dimora (B) per i lavoratori provenienti dall'UE e dall'AELS, validi cinque anni, non vengano più concessi automaticamente.

Favorevole in linea di principio è anche il PS, il quale auspica tuttavia indicazioni più precise riguardo ai pensionati. Il partito si chiede se possano ottenere prestazioni complementari se non dispongono del permesso di domicilio (C) ma hanno lavorato in Svizzera ai sensi dell'accordo sulla libera circolazione.

I Verdi, la Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (COSAS) e l'Unione sindacale svizzera (USS) temono per contro costi supplementari per l'aiuto sociale: possessori di un permesso B potrebbero essere costretti, dopo la perdita dell'impiego, ad accettare cattive condizioni di lavoro e bassi salari pur di poter restare in Svizzera. E nonostante esercitino un'attività lucrativa potrebbero quindi dipendere dall'assistenza. Se un datore di lavoro può fare pressione sulla manodopera estera, avverte l'USS, ciò potrebbe avere un effetto generale sugli stipendi e le condizioni di lavoro.

PLR e Verdi vorrebbero terminologie più precise in ogni articolo. Nella pratica è difficile constatare se qualcuno ha perso il lavoro per colpa sua o no, rilevano i liberali radicali. Questi ultimi chiedono che il permesso di dimora B scada non appena l'assicurazione contro la disoccupazione non paga più.

Dal canto suo l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) accoglie favorevolmente il fatto che la varie prassi cantonali vengano armonizzate. Anche la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) sostengono un chiarimento della situazione giuridica. Tuttavia sottolinea che se la Confederazione vuole regolamentare il diritto di dimora per i cittadini dell'UE disoccupati, deve anche distinguere fra chi ha deciso di licenziarsi e chi ha perso il posto di lavoro per malattia o infortunio.

 

ATS 

 

 

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