ZURIGOGemellini uccisi, la madre ricorre al Tribunale federale

ZURIGO - Anche il Tribunale federale (TF) si dovrà occupare della donna di 40 anni che ha confessato di avere ucciso nel 2007 a Horgen (ZH) i suoi due gemellini di 7 anni e nel 1999 la sua primogenita che aveva sette settimane di vita. Il legale della donna, per la quale il Tribunale cantonale di Zurigo ha di recente confermato la condanna all'ergastolo, ha annunciato oggi all'ats il ricorso alla massima istanza giudiziaria.

Dai giudici di Losanna l'avvocato Thomas Fingerhut si aspetta in particolare una risposta definitiva alla richiesta di sospendere la pena detentiva a vita in favore di una terapia psichiatrica stazionaria.

Sia il Tribunale distrettuale di Horgen che il Tribunale cantonale hanno disposto per la donna soltanto una terapia ambulatoriale. Con la detenzione a vita la condannata potrà chiedere al più presto dopo 15 anni di tornare in libertà.

La misura stazionaria per la cura di turbe psichiche - una misura che gli addetti ai lavori chiamano anche "piccolo internamento" - implicherebbe invece un riesame della situazione ogni cinque anni, per valutare se ci siano i presupposti per una liberazione condizionale.

Nel caso specifico si tratta però di una possibilità puramente teorica, ha sostenuto nel corso dei processi l'avvocato Fingerhut. La donna soffre infatti di gravi disturbi che renderanno necessari anni di terapie.

La donna si trova in carcere dalla notte dell'antivigilia di Natale del 2007, quando morirono in due gemellini, ed era già stata condannata nel 2010 all'ergastolo, ma la sentenza è stata in seguito annullata dalla cassazione.

Il nuovo processo si era aperto un anno fa con una "confessione choc": dopo aver per anni negato ogni responsabilità, la donna ha ammesso non solo di aver soffocato nel sonno i due gemelli di 7 anni, ma ha pure confessato di aver ucciso otto anni prima anche la primogenita, che continuava a piangere, chiudendole la bocca. All'epoca gli inquirenti pensarono ad un caso di "morte in culla".