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INTERVISTASommaruga: "Ho incontrato le vittime"

18.10.12 - 07:32
Intervista alla Consigliera federale Simonetta Sommaruga sul suo impegno nella lotta al traffico degli esseri umani. Il divieto della prostituzione non è però per ora un tema di discussione
Foto d'archivio (Keystone)
Sommaruga: "Ho incontrato le vittime"
Intervista alla Consigliera federale Simonetta Sommaruga sul suo impegno nella lotta al traffico degli esseri umani. Il divieto della prostituzione non è però per ora un tema di discussione

BERNA - Consigliera, un nuovo studio dimostra la situazione drammatica delle prostitute di strada. Molte sono vittime del traffico di esseri umani. La giustizia e la polizia hanno fallito?
"È vero. A lungo non abbiamo preso sul serio il problema del traffico di esseri umani. Proprio per questo abbiamo deciso di lanciare un piano nazionale per la lotta al traffico di esseri umani. Ma negli ultimi anni non siamo rimasti con le mani in mano. Nel mio dipartimento c’è un centro di coordinazione e ci sono diversi cantoni che hanno già fatto molto".

La popolazione svizzera non si interessa al traffico di esseri umani perché le vittime sono straniere?
"Non credo che sia così. Certo, la popolazione locale non è direttamente toccata. Ma il destino delle donne e dei bambini trasferiti con l’obbligo non lasciano nessuno indifferente. L’anno scorso ho incontrato delle vittime del traffico di esseri umani. È stata un’esperienza sconvolgente".

Cosa le hanno raccontato le vittime?
"Le donne vengono attirate in Svizzera con false promesse. Qui, poi, vivono spesso rinchiuse e non possono avere contatti con il mondo esterno. Gli sfruttatori distruggono la loro autostima in modo sistematico. La cosa che più mi ha colpito è che le vittime, spesso, si sentono anche colpevoli".

Oggi lei presenta un piano nazionale di azione contro il traffico di esseri umani. Come funzionerà questo piano?
"La cosa più importante e che cerchiamo di scavare. I cantoni dovranno lavorare molto al fine da trovare le vittime e fermare i colpevoli".

E lei, quali piani ha?
"Ci vogliono delle misure di prevenzione. Trovo che le organizzazioni che si occupano della protezione della donna devono essere sostenute nel loro lavoro, che peraltro è insostituibile. Poi, dobbiamo rafforzare la collaborazione a livello internazionale per riuscire a fermare le bande che trafficano esseri umani".

La Svizzera è criticata da altri paesi perché finora ha fatto ben poco a livello giuridico per lottare contro i trafficanti di esseri umani.
"Abbiamo fatto diversi miglioramenti nella protezione delle donne. Per esempio con la nuova legge che prevede delle pene più dure per i clienti che si procurano i servizi di prostitute minorenni. Inoltre, si nota una certa volontà nel penalizzare più duramente. L’estate scorsa, il tribunale zurighese ha condannato un protettore a 14 anni di carcere".

Un divieto della prostituzione, come vige in Svezia, non potrebbe rendere la Svizzera meno interessante agli occhi delle bande che trafficano ragazze?
"Non tutte le prostitute sono vittime del traffico di esseri umani. Ma nella prostituzione, effettivamente, spesso c’è anche violenza e sottomissione. La domanda centrale è come fare per proteggere meglio le prostitute. E finora, manca la conferma che un legge contro la prostituzione serva anche a questo".

Sta cercando di evitare una risposta chiara: per lei, è pensabile introdurre un divieto della prostituzione o no?
"Non sto evitando una risposta. Ma la prostituzione è regolata a livello cantonale. I cantoni sono responsabili ed emettono le rispettive leggi. Per questo, a livello nazionale, non si pone la domanda di un divieto della prostituzione. Se si dovesse arrivare a una discussione di questo tipo, il Consiglio federale si esprimerà in merito".

Simon Hehli / Jessica Pfister

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