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SVIZZERA"30 miliardi risparmiati dalle multinazionali in Svizzera"

11.10.12 - 22:20
Denknetz vuole abolire i privilegi fiscali
Foto Keystone
"30 miliardi risparmiati dalle multinazionali in Svizzera"
Denknetz vuole abolire i privilegi fiscali

BERNA - Rivedere il sistema di imposizione delle imprese in Svizzera e mettere fine al "dumping fiscale" in favore delle multinazionali straniere. La richiesta è del gruppo di riflessione Denknetz (Pensieri in rete), che denuncia il "furto" di una trentina di miliardi di franchi all'anno di imposte ai danni di altri paesi.

Fra il 2004 e il 2008, gli utili dichiarati dalle imprese al fisco svizzero sono letteralmente esplosi: sono passati da 119,7 a 280,3 miliardi di franchi, secondo i dati dell'Amministrazione federale delle contribuzioni.

Il gruppo di riflessione Denknetz - che riunisce esponenti del mondo sindacale e terzomondista - ritiene che gli utili delle imprese "trasferiti" in Svizzera per aggirare l'imposizione all'estero rappresenti oltre la metà della somma complessiva, ossia 146 miliardi di franchi.

Una cifra enorme, ma per nulla sorprendente - scrive Denknetz in una nota -, se si considerano i vantaggi fiscali garantiti dalla Svizzera alle multinazionali che realizzano almeno l'80% dei loro benefici all'estero. Ad un tasso di imposizione fra il 20 e il 25%, queste imprese avrebbero dovuto versare nei rispettivi paesi fra i 29,2 e i 36,5 miliardi di franchi di imposte nel 2008.

Un cambiamento della politica fiscale elvetica andrebbe a tutto vantaggio sia della popolazione svizzera che dei paesi stranieri, scrive Denknetz. L'organizzazione chiede di applicare anche in Svizzera tassi di imposizione corrispondenti alla media dei paesi dell'Unione europea.

Denknetz si dice convinta che con un aumento effettivo del tasso d'imposizione sui benefici delle imprese al 20%, gli introiti fiscali aumenterebbero in Svizzera. E ciò nonostante la prevedibile partenza delle società che negli ultimi dieci anni hanno trasferito la loro sede in Svizzera per motivi fiscali.

Anche le piccole e medie imprese (PMI) approfitterebbero del cambiamento, perché verrebbero a cadere le disparità di trattamento rispetto alle multinazionali.

Anche la Dichiarazione di Berna critica oggi in una nota il regime fiscale della Confederazione nei confronti delle società straniere. L'organizzazione terzomondista punta in particolare il dito contro le multinazionali attive nel commercio di materie prime: le principali beneficiarie dei privilegi fiscali accordati dai cantoni.

ATS

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