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SVIZZERA / TURCHIAVarone libero grazie alle conoscenze che contano

04.08.12 - 10:34
Il comandante della polizia vallesana sarebbe libero grazie soltanto all'intervento di un imprenditore influente in Turchia, chiamato da un amico di Varone
Foto d'archivio (Keystone)
Varone libero grazie alle conoscenze che contano
Il comandante della polizia vallesana sarebbe libero grazie soltanto all'intervento di un imprenditore influente in Turchia, chiamato da un amico di Varone

SION - La procura di Antalya lo aveva accusato di tentato furto di beni culturali turchi. Lui si diceva in buona fede, di non sapere, di aver raccolto il ciottolo ai bordi di una strada, ma l'arresto scattò, venerdì scorso. L'uomo rischiava parecchi mesi di prigione.

La sua prigionia è però durata soltanto cinque giorni, poi la liberazione e il suo ritorno a casa. Nella conferenza stampa di ieri il comandante della polizia vallesana Christian Varone ha raccontato di essere stato lui stesso e non il figlio a raccogliere il sasso, poi scoperto nei suoi bagagli dalle autorità doganali turche, di essere stato attratto da quel sasso, ma di non aver fatto nulla per nasconderlo.

In questa vicenda c'è però chi si è chiesto come mai sia riuscito ad essere liberato soltanto dopo pochi giorni, a non pagare neppure un centesimo di cauzione e ad essere scagionato senza accuse di reato. A rispondere è stata la trasmissione della Televisione Svizzera (SF) "Schweiz Aktuell". In un'intervista rilasciata da un imprenditore vallesano, si è appreso che l'uomo, lunedì sera, avrebbe chiamato un suo amico imprenditore turco, uno dei più ricchi del paese chiedendogli di fare qualcosa per rilasciare al più presto il comandante Varone. "Ho chiamato subito un amico turco, che conosco da decenni. Gli ho parlato del caso di Christian Varone e gli ho chiesto aiuto. Questo perché l'amico mio ha conoscenze importanti negli alti gradi del governo. Gli ho spiegato di Christian varone, della sua integrità morale e della importanza del suo ruolo in Vallese. Ho pensato che facendo così, forse, avrei potuto aiutare a risolvere il caso".

L'imprenditore turco avrebbe poi pensato a fare il resto.

Il comandante Varone ha confermato: "Ci sono state persone che mi hanno appoggiato, qui in Svizzera e in Turchia. Sostegni nei confronti della mia persona in cui si diceva che sono onesto e non un criminale. E tutto ciò mi ha sicuramente dato una mano". In tutti i casi, né Varone né i suoi familiari non avrebbero chiesto aiuto a nessuno per facilitare la sua liberazione.

Certo è che questo caso, come osserva l'edizione online di 20min.ch, insegna che avere una rete di conoscenze importanti e influenti conta, eccome.  

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