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FRANCIA / SVIZZERAScoperta una rete criminale rom attiva in Svizzera

20.06.12 - 18:57
Foto Keystone
Scoperta una rete criminale rom attiva in Svizzera

ANNEMASSE - Una quarantina di rom sono stati controllati e nove collocati in stato di fermo fra ieri e oggi ad Annemasse (F), alla frontiera con Ginevra. I nove sono sospettati dagli inquirenti francesi di aver organizzato una tratta di esseri umani, costretti a commettere atti criminali in Svizzera e in Francia.

Tutte provenienti dal villaggio rumeno di Barbulesti (a nord-est di Bucarest), le persone controllate mentre si apprestavano a varcare il confine sono "piccola manodopera impiegata per raggranellare denaro in svariati modi: mendicando, commettendo piccoli furti e truffe", ha indicato all'agenzia di stampa francese Afp il commissario di Annemasse Philippe Guffon.

"Ogni mattina, il gruppo si dava appuntamento alla frontiera, i capi impartivano i loro ordini e la manodopera andava a "lavorare", principalmente a Ginevra, ma pure a Losanna, Neuchâtel e Aigle (VD)", ha precisato.

I "lavoratori" - sottolinea - erano sfruttati: su ogni franco guadagnato potevano conservare soltanto una decina di centesimi. Il resto del denaro era riversato ad una decina di "capi" insediati ad Annemasse, che a loro volta lo facevano pervenire al loro superiore gerarchico residente a Barbulesti.

Sette dei "capi" hanno inviato in questo modo 110'000 euro (125'000 franchi) in quattordici mesi, per mezzo della Western Union. "Altro denaro è stato trasportato in Romania in automobile", ha precisato il commissario. Le attività della "piccola manodopera" erano controllate. A quanto sembra, "lavoravano" per rimborsare debiti consentiti "a tassi d'usura".

Contro i nove sospettati - tutti uomini fra i 30 e i 40 anni - sono ipotizzati i reati di tratta di esseri umani, sfruttamento della mendicità in banda organizzata e truffe di svariata natura. Il loro fermo è stato prolungato di 96 ore.

Il raid ha richiesto l'intervento ieri mattina di 96 agenti della polizia francese. L'operazione è stata condotta in collaborazione con la polizia giudiziaria di Ginevra e le guardie di confine elvetiche. Secondo il commissario francese vi ha partecipato pure un agente rumeno.

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