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SVIZZERA"Perché i media sono comandati da cattolici?"

29.05.12 - 19:31
E' la Nzz che pone il quesito dimostrando come le posizioni chiave del potere mediatico siano occupate in gran parte da esponenti del PPD
Keystone (archivio)
"Perché i media sono comandati da cattolici?"
E' la Nzz che pone il quesito dimostrando come le posizioni chiave del potere mediatico siano occupate in gran parte da esponenti del PPD

ZURIGO - Si potrebbe pensare che il PPD nazionale sia la cenerentola della televisione. Una considerazione abbastanza condivisibile se si prendono in considerazione le ricerche di settore effettuate sulla presenza del partito nei servizi d’informazione. Ricerche che dimostrerebbero una presenza minore del partito d'ispirazione cristiana sia a livello televisivo sia a livello della carta stampata rispetto al suo partito concorrente di centro, il PLR.

Oggi sulla Neue Züricher Zeitung si legge che questo svantaggio è compensato tuttavia dalla presenza dei rappresentanti nel PPD nei posti chiave nel settore della televisione e dei media. Una presenza definita dalla NZZ "impressionante".

Il foglio zurighese mette l'accento sulla rappresentanza popolare-democratica nella SSR, in particolare sul fatto che i direttori generali dell'azienda siano di religione cattolica. Dopo Leo Schürmann, in carica dal 1981 al 1987 si sono succeduti Antonio Riva e nel 1996 Armin Walpen. Soltanto dopo 30 anni si è assistito a una interruzione di quello che potrebbe essere considerato il predominio popolar-democratico. Nel 2011 alla testa dell'azienda televisiva pubblica è stato nominato l'apartitico Roger de Weck. Tuttavia il PPD ha potuto compensare la perdita. Dall'inizio dell'anno a presiedere la radio pubblica è un rappresentante di aerea popolare-democratica. Ma non solo. A livello regionale Viktor Baumeler presiede la SRG area Svizzero-Tedesca, Jean François Roth quella Romanda. Achille Casanova, infine, è l'ombudsmann della televisione Svizzera SRG. Vi è poi un altro PPD, non citato dalla NZZ, che siede alla testa della Corsi, Luigi Pedrazzini, mentre il suo collega di partito Remigio Ratti ha diretto la Rsi tra il 2000 e il 2006 ed è attualmente presidente della Comunità radiotelevisiva italofona.

La Neue Züricher Zeitung giunge alla conclusione che non bisogna essere un'amante della teoria del complotto per giungere alla conclusione che la rappresentanza popolare-democratica all'interno della tv pubblica è rilevante. Molto rilevante.

La NZZ, infatti, non dimentica il Consigliere agli Stati Filippo Lombardi. L'airolese ricopre diverse cariche di spicco nel settore televisivo. Presiede Telesuisse, l'Associazione che riunisce le tv locali, è amministratore delegato di Timedia Holding SA. Anche per quanto riguarda la comunicazione commerciale Lombardi ha voce in capitolo: dal 2010 presiede l'associazione "Pubblicità Svizzera". Il suo predecessore, tanto per cambiare, un PPD: Carlo Schmid.

Anche nella commissione per l'autodisciplina pubblicitaria prevarrebbe il PPD, così come nelle istanze di ricorso del ramo della pubblicità. La NZZ ricorda che al timone della commissione vi era Doris Leuthard, che ora in Consiglio federale si occupa del Dossier dei Media. Dopo una parentesi socialista, con l'argoviese Pascale Bruderer, alla testa della commissione per l'autodisciplina pubblicitaria vi è una rappresentante popolare-democratica: Christine Bulliard-Marbach. "Nonostante la dominazione cattolica - si legge sul giornale della città di Ulrico Zwingli - non si ha però l'impressione che nei media elettronici regni il fervore cristiano".

Una domanda sorge spontanea ma la NZZ non presenta una risposta: come mai questa sovrarappresentazione di popolari democratici nei posti di comando dei media? Si potrebbe supporre che siano loro riconosciute doti di equidistanza e moderazione, ma come spiegazione non sembra sufficiente. La questione, scoperchiata dalla NZZ, resta aperta.

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